RIQUALIFICAZIONE E DIRITTO ALLA CARRIERA
FATTI, NON PAROLE ! 
Non appena pubblicata la Sentenza
  194/2002 le RdB hanno messo in allarme tutti i dipendenti perché tale
  sentenza, nei fatti, riguardava non solo le procedure della riqualificazione
  (legge 549/1995) ma anche le procedure contrattuali di passaggio tra le
  aree e nelle aree. 
 Lo abbiamo affermato non per senso
  di polemica verso alcuno, ma solo perché ritenevamo che il personale dovesse comprendere
  a fondo il problema per poterlo affrontare adeguatamente, ovvero, secondo
  noi, pretendendo una modifica del contratto riguardo al diritto alla
  carriera.
Bisogna, secondo noi, sostituire
  le assurde procedure concorsuali, che ai più sono sembrate più atte ad
  alimentare pratiche clientelari o, comunque, a subordinare la carriera ai
  voleri delle dirigenza, con una vera modifica dell’ordinamento
  professionale che, in maniera dinamica, consenta il riconoscimento
  continuo dell’aumento generalizzato delle professionalità espresse.
 Altri sindacati ci hanno attaccato
  affermando che sbagliavamo, che il problema riguardava solo i riqualificati e
  che quindi, il “loro” contratto era e restava un buon contratto. 
DI
  CHI FIDARSI?
 Ecco
  il testo di una lettera del 4 giugno u.s. del Ministro della Giustizia
  Castelli ai sindacati…
  
L'emanazione
  della sentenza della Corte Costituzionale n.194 del 16 maggio scorso ha
  suggerito l'opportunità di una attenta ed accurata riflessione in ordine alle
  eventuali ricadute che la stessa potrebbe avere sulle procedure di
  riqualificazione indette dall'Amministrazione penitenziaria ai sensi
  dell’articolo 15, lettera b) del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.
  Si è, pertanto, ritenuto di dover sospendere l'immissione in servizio di
  quanti si sono utilmente collocati nelle relative graduatorie, proprio per
  non incorrere nel rischio di produrre atti che potrebbero essere caducati per
  effetto di successive pronunce costituzionali. 
  Peraltro, la particolare delicatezza e rilevanza della questione ha fatto
  si che l’ARAN convocasse con urgenza una riunione con i massimi
  rappresentanti dì tutte le Amministrazioni interessate, al fine di
  esaminare gli aspetti salienti della sentenza e verificare lo stato delle
  procedure di ciascun Dicastero. In tale sede, dai vertici dell'Amministrazione
  Penitenziaria, è stato evidenziato e sottolineato con forza la particolarità
  della situazione in cui versa il Dipartimento atteso che, a differenza di
  altre Amministrazioni, le procedure dei percorsi di riqualificazione sono
  state portate sostanzialmente a compimento e sono state del tutto rispettate
  le disposizioni normative contenute nel Contratto Collettivo Nazionale di
  Lavoro e nel relativo Contratto integrativo di amministrazione. Nella
  consapevolezza che la sospensione in atto viene a procurare un indubbio danno
  all'Amministrazione tutta, si assicura che sarà profuso il massimo
  impegno nell'intervenire presso gli organi istituzionali investiti della
  vicenda per sostenere la legittimità di un percorso formativo che ha creato
  aspettative non solo nei confronti dei dipendenti ma nella stessa
  Amministrazione che, confidando in un cammino di rinnovamento, ha profuso il
  massimo impegno nel preparare nuove professionalità. Si confida, pertanto,
  che le argomentazioni a sostegno dell’operato dell’Amministrazione possano
  trovare il giusto riconoscimento nelle sedi proprie, si da
  consentire la definizione della questione in tempi il più possibile rapidi
  evitando, nel contempo, contrapposizioni non volute. 
  IL MINISTRO