Roma, 11 settembre 2002

Tirocinio o… “tiro cinico”?

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Continuano a svolgersi in tutt’Italia i tirocini teorico-pratici relativi alla procedura selettiva disposta il 26/9/2001 per l’Agenzia delle Entrate, sul piano dei diritti, non molto distanti dallo sfruttamento degli LSU che continua a perpetrarsi nell’Agenzia del Territorio.

Com’era prevedibile, l’Amministrazione ha colto al volo l’occasione per attuare in termini fortemente penalizzanti per i neo-Lavoratori l’obbligo del tirocinio stabilito in generale dall’art. 15 del Regolamento dell’Agenzia. Le disposizioni del Direttore dell’Agenzia delle Entrate e, più ancora, la guida al tirocinio formulata dalla Direzione Centrale del Personale stabiliscono linee guida ma anche specifiche dettagliate che vanno spesso contro il quadro complessivo dei diritti inalienabili dei Lavoratori. Viene stabi­lito un tetto di appena trenta giorni di assenze a qualunque titolo verificatesi nel corso di un intero anno, superato il quale viene dichiarata l’esclusione del “candidato”. Tra queste ci sono quelle per motivi di salute, ma anche per gravi motivi familiari o per donazione del sangue (sic): davvero una singolare selezione, eugenetica si direbbe. Naturalmente anche la maternità e il servizio militare, note attività antisociali, sono causa d’esclusione: i Lavoratori che incorrano in tali disavventure solamente “possono… richiedere di essere ammessi al tirocinio della successiva procedura… nel rispetto dei posti messi a concorso” (!).  Non sono previste ferie, ma un periodo prefissato di blocco dell’attività formativa per soli venti giorni.

 C’è poi un silenzio “assordante” sui diritti sindacali di questi Lavoratori “atipici”; secondo la lettera della “Guida al tirocinio” essi, puramente e semplicemente, non esistono: in particolare lo sciopero è assenza non giustificata, facente parte del monte minaccioso dei trenta giorni.  

Riguardo al trattamento economico viene violato scandalosamente il principio d’uguaglianza: ai tirocinanti già dipendenti dell’Agenzia viene infatti erogata la retribuzione precedente, agli altri il 70% della posizione economica iniziale dell’area C1. Tralasciamo pure altre “perle” relative alle modalità di pagamento, quali l’assenza di un qualunque prospetto di liquidazione.

Naturalmente l’insieme delle violazioni elencate ha per sfondo costante l’equivoco tendenzioso voluto dall’Agenzia: che non di neo-Lavoratori si tratti, ma di candidati che protraggono per un anno intero la propria condizione fino alla prova selettiva finale. L’esperienza pratica di questi primi mesi attesta invece che essi sono completamente operativi e danno un contributo reale alla produttività degli Uffici, in cui sono provvisoriamente inseriti.

Gli esclusi della graduatoria finale, perfettamente formati dalle esperienze multiple di un anno di lavoro, saranno in generale del tutto idonei alle funzioni previste. Per loro al danno si aggiungerà la beffa, visto che sono già avviate altre procedure selettive per la medesima area.

Coordinamento Regionale Lazio RdB-PI - Finanze e Agenzie Fiscali