IL SACCO BUCATO N.14/2002

19 settembre


Notizie ed idee a cura del Coordinamento Nazionale Finanze e Agenzie Fiscali

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1.Il gattopardo / 2.Lavoratori a Tempo Determinato e futuro dell’Agenzia del Territorio: verso lo sciopero / 3.Territorio. I progetti alla corda. / 4.Organici alle Entrate un ulteriore passo verso la revisione dell’ordinamento (non senza difficoltà)… / 5.Laboratori chimici delle Dogane: un esempio6. Riqualificazione: non ci siamo. / 7.Commissioni Tributarie: diritti negati / 8.Entrate. Erogazione delle spettanze economiche: se c’era bisogno ancora di conferme… / 9.Fondo di Previdenza: prima che scappino i buoi / 10 …e la guerra continua

1. Il gattopardo

Da qualche tempo, soprattutto sulla questione dell’articolo 18, la CGIL sembra aver ricordato che esistono i diritti dei lavoratori e sembra accorgersi che esiste in questo paese un problema di democrazia sindacale. Infatti, proprio in applicazione dell’accordo di Luglio 1993 i datori di lavoro (o il Governo, nel caso di accordi di tipo confederale o nel pubblico impiego) possono limitarsi a chiamare ai tavoli di trattativa solo chi firma gli accordi generali. Questo è il motivo per cui, con il bene placet della CGIL, ad esempio, siamo stati obbligati a firmare i contratti di lavoro (quello del Comparto Ministeri, nello specifico) pena l’esclusione da tutti gli ambiti di confronto successivi. Il motivo per cui la CUB, pur se ha conquistato con la sua rappresentatività il diritto ad esprimere un membro nel CNEL, non viene convocata a Palazzo Chigi non avendo sottoscritto quel patto del 1993, che varava la concertazione e la Politica dei Redditi… Ma il timore è che la revisione di atteggiamento della CGIL sia solo parziale. C’è infatti un’eclatante contraddizione proprio sull’articolo 18 per il quale la CGIL, pur opponendosi al Governo Berlusconi sulla modifica dell’articolato attuale, salvo che per alcune sue componenti di minoranza, rifiuta in assoluto la possibilità di una lotta per l’estensione del diritto anche nelle aziende con meno di 15 dipendenti – proposta su cui, come saprete, le RdB hanno raccolto le firme per un referendum abrogativo. In molte realtà di lavoro, poi, la stessa CGIL, è in prima linea nel chiedere i tavoli separati e, soprattutto, continua a mantenere un atteggiamento di stretta collaborazione con i datori di lavoro, firmando accordi, come quelli sul salario accessorio, nettamente in contrasto con l’ipotesi del “salario europeo”.

Perché diciamo tutto questo? Per polemica? Tuttaltro. Perché, noi, nati proprio per creare un’alternativa ad un sindacato fatto di consociativismo, concertazione e collateralismo, saremmo felici di trovare insperati alleati nella battaglia per i diritti. Ma la fiducia è una cosa seria

E’ nostro dovere, quindi, a nome di coloro che rappresentiamo, chiedere ai possibili alleati la massima chiarezza sulle questioni. E’ senz’altro importante comprendere contro cosa  - o chi - combattiamo ma deve essere soprattutto chiaro per cosa combattiamo. La piattaforma rivendicativa – non i patti di desistenza - è quella che discrimina le alleanze.

a)       Salari europei facendo pagare chi ha molto e aumentando i salari di chi ha poco, che conducano ad una reale, perequazione con i paesi europei e redistribuzione della ricchezza nel paese favorendo lo sviluppo dei consumi e la ripresa dell’economia.

b)       Scala mobile – rigetto della concertazione - sui salari e sui due livelli di contrattazione che favoriscono i premi di produttività differenziati. La rivalutazione inflativa dei salari deve essere nazionale ed automatica.

c)       Lotta alla flessibilità – intesa non come tentativo di fornire qualche diritto in più ai lavoratori flessibili, ma come eliminazione della flessibilità nel mondo del lavoro.

d)       Salario Sociale o Salario di Cittadinanza perché nessuno sia obbligato a vivere ai margini sociali e legali.

e)       Estensione dell’articolo 18 e dei diritti dei lavoratori a tutti coloro – la maggioranza – che oggi non ne sono tutelati.

f)         Lotta alle privatizzazioni (scuola, previdenza, sanità, beni culturali…) che, per quanto concertate sono e restano lo smantellamento del ruolo di garanzia dello Stato.

g)       No alla guerra, che mai, come dice la nostra Costituzione, deve essere scelta come metodo di regolazione dei contrasti internazionali…

Sono alcuni punti sui quali le alleanza sindacali sono possibili – e, ovviamente, auspicabili. Fuori da questo quadro il rischio è che le battaglie abbiano come vero fine ultimo non quello di raggiungere nuovi diritti e quindi puntare all’alternativa, ma di puntare all’alternanza, cercando di costruire i presupposti per se (o per altri) per andare a governare il sistema.

In questo secondo caso si agirà secondo gattopardiana memoria, cambiando tutto per non cambiare nulla. In tal caso, noi non ci staremo…

Neo

 


2. Territorio. Lavoratori a Tempo Determinato e futuro dell’Agenzia: verso lo sciopero

 

Lavoratori a Tempo Determinato, si tratta di circa 1600 dipendenti che dopo aver partecipato – per diversi anni - all’attività catastale come Lavoratori Socialmente Utili, hanno ottenuto un contratto di lavoro a termine… e quel termine si avvicina pericolosamente senza che l’Agenzia dia risposte precise riguardo alla loro assunzione. Le Rappresentanze sindacali di base, sindacato non corporativo, ritengono che una politica delle assunzioni da parte dello stato risponda a due esigenze primarie.

La prima è quella di procedere ad una redistribuzione del reddito tra i cittadini. La seconda, non meno importante, è quella di migliorare, quantitativamente e qualitativamente, la prestazione del servizio pubblico.

Nel caso specifico del Ministero delle Finanze, e delle Agenzie che ne sono derivate, i due fattori si intrecciano, perché l’assunzione di personale, e quindi il miglioramento del servizio, consente una maggiore capacità impositiva dello stato (non per aumentare le tasse, ma per farle pagare a chi oggi non le paga) e quindi moltiplicherebbe il reddito da ridistribuire…

Non effettuare investimenti in questo settore è segno, ammettendo la buona fede dei nostri amministratori, di miopia – anzi, di cecità - politico/contabile. Scegliere strade diverse significa scegliere di rinunciare al ruolo pubblico. Ed allora preoccupa ancora di più la questione del Decentramento che appare sempre più come uno spezzatino di personale – per cui sarà sempre più difficile rivendicare i propri diritti - e di lottizzazione e privatizzazione del ruolo ESSENZIALE dello Stato.

La sperimentazione è finita… dice un accordo dei primi di agosto - ma questo non significa che il decentramento non si farà, anche perché la sperimentazione, in effetti, procede in diversi uffici - ma solo che si passa alla FASE DUE e quindi quella sperimentazione è già decentramento…

Per questi motivi per noi stabilizzazione dei Lavoratori a Tempo Determinato significa, come già detto, la loro ASSUNZIONE. Con altri sindacati stiamo varando lotte significative negli altri settori dello stato in cui gli LTD sono presenti: Beni Culturali e Giustizia. Per ora all’Agenzia del Territorio solo chiacchiere…

Le Rappresentanze sindacali di base dichiarano lo stato di agitazione del personale e sollecitano tutte le altre organizzazioni sindacali a schierarsi chiaramente per la tutela e la valorizzazione del lavoro pubblico contro il decentramento e per l’assunzione dei Lavoratori a Tempo Determinato…

 


3. Territorio: i progetti alla corda

 

All’Agenzia del Territorio di Padova, dove operiamo in collaborazione con l’ADL, a noi federata, rispetto al “Piano di incentivazione 2002 – Costituzione dell’Anagrafe dei Beni Immobiliari” è accaduto un fatto nuovo: il nostro sindacato, ha proposto una maniera più giusta di affrontare il salario accessorio che, e lo ricordiamo, sono soldi già di proprietà di ciascun lavoratore e che invece vengono distribuiti secondo altri criteri. Si chiedeva di svolgere il progetto senza allungare la giornata lavorativa e di dividerne l’intero importo tra tutti i lavoratori in base alle ore di presenza in Ufficio dall’inizio alla fine del progetto. Inoltre la proposta era quella di potervi partecipare in maniera diretta o indiretta (anche svolgendo un surplus del proprio lavoro atto a poter garantire ad altri colleghi di potersi dedicare interamente al progetto) affermazione particolarmente importante in una realtà come Padova in cui l’Ufficio è ubicato fisicamente in tre posti diversi. Il consenso che la nostra proposta ha ottenuto all’interno della RSU, dalle altre sigle sindacali e dai lavoratori si è infranta con le condizioni troppo restrittive poste dalla Direzione dell’Ufficio e a livello nazionale, si pensi in particolare al non utilizzo in maniera piena degli LSU nel progetto. E così, in assenza di accordo, il personale ha convenuto nel non partecipare al progetto. La stessa cosa è avvenuta a Taranto e, siamo certi, avverrà in diversi uffici. Attendiamo notizie in tal senso. In tempi come questi in cui l’inflazione programmata è di gran lunga inferiore a quella reale e con stipendi largamente al di sotto della media europea, l’aver dovuto rifiutare del salario perché era impossibile accettare senza creare ingiustizie la dice lunga su quanto siano sbagliati nella loro formulazione questi progetti nazionali di divisione dei soldi già nostri! Non sarebbe più giusto trasformare una parte del salario accessorio in una 14^ mensilità per tutti? Siamo obbligati a rifiutare soldi nostri perché non è né dignitoso né giusto sottostare a quelle condizioni. Speriamo che l’unità che abbiamo conquistato nel dibattito con i lavoratori ci possa permettere nel prossimo progetto di poterlo svolgere nell’interesse di tutti! A volte bisogna anche saper dire di no per poter ottenere qualcosa di più la volta successiva!


4. Organici alle Entrate. Un ulteriore passo verso la revisione dell’ordinamento (non senza difficoltà)

 

Il primo incontro alle Entrate sulle Dotazioni organiche ha fruttato questo verbale:

“Il giorno 10 settembre 2002 i rappresentanti dell’Agenzia delle Entrate e le Organizzazioni sindacali di livello nazionale si sono riuniti per la concertazione sul dimensionamento della dotazione organica del personale dell’Agenzia, nel rispetto di quanto previsto dal CCNL 1998-2001 e dall’art.10 del Regolamento di Amministrazione. Nel corso della riunione si è sviluppato un ampio e articolato dibattito, che ha portato al raggiungimento, in un comune spirito costruttivo, di una sostanziale convergenza sulla metodologia proposta dall’Amministrazione, integrata dalle osservazioni formulate dalle Organizzazioni sindacali. Riguardo alla ripartizione dell’organico nelle aree funzionali, si è delineato nella riunione un orientamento tendente a distribuire il personale dell’Agenzia delle Entrate nelle aree C e B, secondo una ripartizione percentuale indicativamente compresa, previa verifica, per l’area C dal 62 al 70% dell’organico complessivo, con la possibilità di un ulteriore incremento per l’area C, e per l’area B dal 38 al 30%. La verifica suddetta avverrà sulla base di un’analisi delle attività svolte negli uffici e di una configurazione di compiti e responsabilità (job description), di requisiti di accesso e di capacità e competenze aderente all’effettiva mappa delle professionalità dell’Agenzia e all’emergere di nuovi mestieri nell’ambito degli uffici stessi.Non è prevista una dotazione dell’area A, in quanto questa ha compreso essenzialmente personale addetto alle lavorazioni iniziali dei Centri di servizio, lavorazioni ormai esaurite. Il progressivo svuotamento dell’area A costituiva, peraltro, un impegno già assunto con le OO.SS. dall’ex Dipartimento delle Entrate in conseguenza della soppressione dei Centri di servizio. La riunione si è conclusa alle ore 20,30.”

Il lavoro da fare è molto, ma si comincia ad intravedere, nella difficoltà, qualcosa di molto simile a quanto da anni andiamo professando. Proprio il metodo di analisi adottato è quello che conferma le nostre proposte. Infatti si tende a fissare gli organici e la loro suddivisione nelle aree di inquadramento sulla base del lavoro effettivamente svolto negli uffici. In tal senso l’eliminazione dell’Area A è la conferma che il personale inquadrato in quell’Area (TUTTO IL PERSONALE) - negli uffici delle Entrate - svolge mansioni superiori e quindi VA INQUADRATO IN LIVELLI SUPERIORI A QUELLI ATTUALI. Lo stesso vale per buona parte del personale di Area B, se è vero che attualmente tale Area assorbe oltre il 50% del personale, mentre per stessa ammissione dell’Agenzia, le lavorazioni già attive riconducibili a tale Area non superano il 38%… se son rose…

 


5. Laboratori chimici delle Dogane: un esempio

Di come sia obsoleto il sistema di classificazione del personale e di come sia impossibile utilizzare le indennità per tamponare questa situazione, ci sono innumerevoli esempi.

Uno tra questi riguarda il personale tecnico dei Laboratori Chimici delle Dogane che, senza laurea in Chimica, pur, di fatto, tenendo in piedi i Laboratori, non potrebbe accedere all’Area C.

Non solo, tale personale - probabilmente per il suo scarso numero - pur se altamente specializzato visto che utilizza strumentazioni complesse, viene sistematicamente dimenticato nell’attribuzione delle indennità.

Incredibile, infine che, nelle procedure di riqualificazione, il personale non in possesso di Diploma di Perito Chimico, pur esercitando tale funzione da anni, non abbia potuto partecipare alla selezione per B3… E’ chiaro che questo personale non deve essere dimenticato. Le RdB, nell’ambito della discussione che si aprirà sulla revisione degli ordinamenti, chiederanno che questa – ed altre – incredibile situazione venga sanata.


6. Diritto alla carriera: non ci siamo

Il primo incontro al Dipartimento delle Politiche Fiscali sulla revisione dell’ordinamento professionale è stato un buco nell’acqua. L’Amministrazione si è presentata con una proposta inadeguata, un documento che nulla aveva a che vedere con le proposte formulate da sempre dalle RdB, e più di recente da alcune altre Organizzazioni sindacali, che partendo dalle nuove professionalità richieste dalla riforma e dalle modifiche al sistema tributario, tendono ad individuare nuovi profili professionali, per poi ricollocare queste nuove funzioni ed il relativo personale all’interno delle aree. La palla è stata rilanciata alle singole Agenzie, e al DPF, con questo calendario di incontri: Demanio, 24 settembre, Territorio 25 settembre, Dogane 26 settembre, Entrate e DPF 30 settembre.

Questo, al di là di tutti i ragionamenti sulle specificità dei lavori, che devono essere tenuti in debita considerazione, potrebbe portare a soluzioni molto diverse seppur di fronte a situazioni analoghe. Un esempio? Se, come visto, nell’Agenzia delle Entrate si parla di eliminazione dell’Area A, nelle altre Agenzie questo ragionamento non sfiora neppure lontanamente i dirigenti… Come avevamo già rilevato subito dopo l’accordo sul diritto alla carriera, sottoscritto a luglio, ora attendiamo le proposte, in assenza di esse, la mobilitazione del personale e la lotta resteranno l’unica alternativa.


7. Commissioni Tributarie: diritti negati

 Da alcuni mesi ogni decreto ed atto del Dipartimento delle Politiche Fiscali che riguardi le Commissioni Tributarie risulta un atto totalmente unilaterale ed un momento di attacco all’istituto della contrattazione.

Da anni i lavoratori delle Commissioni sono in attesa della definizione di un organico ed il DPF determina le dotazioni organiche degli Uffici di segreteria delle Commissioni Tributarie, basandosi sulla “fotografia” del personale in servizio per livelli retributivi e non per funzioni svolte: ancora una volta l’Amministrazione si rifiuta di analizzare l’organizzazione del lavoro e di ammettere che le commissioni funzionano sulla base di mansioni molto diverse da quelle per cui i singoli dipendenti sono pagati. Noi crediamo che questa operazione sia un momento di attacco al diritto alla carriera per tutti quei lavoratori che da anni vengono sottopagati dall’amministrazione finanziaria pur avendo garantito il funzionamento degli uffici giurisdizionali nel contesto della nuova riforma del processo tributario.

Come se ciò non bastasse, il Dipartimento impone ai lavoratori, senza alcuna consultazione con le organizzazioni sindacali, le “linee guida in materia di organizzazione degli uffici di segreteria delle Commissioni Tributarie” che, pur apportando notevoli cambiamenti come l’istituzione del front-office, nulla sembrano riconoscere al lavoratore in quanto a professionalità. 

Si parla di organizzazione del lavoro non più per funzioni ma per processi, senza ammettere che questo tipo di organizzazione ha imposto a lavoratori di aree e livelli retributivi diversi lo stesso lavoro, e senza alcuna intenzione di trattare di organizzazione del lavoro e carichi di lavoro.

Si da particolare importanza alla formazione e sviluppo del personale arrivando anche ad ipotizzare la formazione interna e nel contempo si organizzano corsi di formazione sul contenzioso tributario solo per il personale di area C, fingendo di non essere a conoscenza che, in tutte le Commissioni, il personale di area B svolge le funzioni di segretario di sezione.

E cosa dire del regolamento per il funzionamento dell’ufficio di segreteria del Consiglio di Presidenza della Giustizia tributaria?! Con deliberazione del 19 marzo 2002, il Consiglio di Presidenza si spinge a trattare di orario e organizzazione del lavoro, in spregio totale dell’istituto della contrattazione. Ricordiamo la deliberazione del 22 maggio 2001 che ha imposto l’apertura festiva delle Commissioni tributarie nel giorno del santo patrono, senza alcuna presa di posizione dell’amministrazione.

A questo punto abbiamo una certezza: il DPF gestisce le Commissioni Tributarie in totale subalternità al Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria ed in totale spregio dei diritti dei lavoratori.

Chiediamo:


8. Entrate. erogazione delle spettanze economiche: se c’era bisogno ancora di conferme…

L’Agenzia delle Entrate ci ha consegnato un prospetto sulle spettanze economiche ancora in sospeso. Tale prospetto conferma al di là di ogni possibile dubbio, che il sistema di gestione del salario accessorio è quanto di più assurdo si potesse inventare e che solo il recupero di tali importi nella contrattazione di comparto, e quindi, in busta paga, può garantire realmente i dipendenti.

Oltre ad aver spesso utilizzato quei fondi per discriminare il personale l’Amministrazione deve ancora pagare:

2% 1998 – Pagato per intero al personale periferico e all’80% a quello Centrale. Pagamento previsto Ottobre 2002.

2% 1999 – Pagato il 70% al personale Periferico. Sono in corso gli accrediti del 30% per il personale Periferico. Forse (???) entro fine anno la procedura sarà completata.

FUA 2000 – “Acconto” di 2,7 milioni di lire - lorde e medie – al personale – Dopo le trattative che definivano il saldo, i pagamenti dovrebbero avvenire nel prossimo ottobre.

Call Center – I compensi vengono pagati ogni tre mesi, ma con un anno di ritardo, sono in pagamento i fondi del 4° trimestre 2002.

Centralinisti non vedenti – Retribuiti solo i Centrali per il 2001. Per il resto si attendono le comunicazioni dalle DRE (solo 11 finora hanno comunicato i dati).

Progetto Unico 2000 e Unico 2001 (Uffici Centrali) – deve ancora svilupparsi la trattativa.

Trasmissioni via Internet delle Dichiarazioni – Pagata l’attività del 1999. Le DRE devono attribuire – per il 2000 - una quota aggiuntiva all’ufficio che in regione ha espresso il miglior rapporto tra dichiarazioni trasmesse e popolazione (solo tre DRE hanno segnalato finora tale ufficio). Per l’Attività 2001 si subordina il compenso alla trattativa (ancora da venire) sulle indennità.

FUA 2001 – Acconto del 75% di quanto destinato all’indennità professionale. Si stanno facendo i conteggi per il restante 25% di tale quota (si prevede ottobre 2002 come saldo). Per quanto riguarda Budget di Ufficio e Produttività, si devono svolgere ancora tutte le trattative a riguardo.

Pagamento Missioni – Liquidate le missioni (salvo circa 200 ancora sotto accertamento) fino a maggio 2002. Da giugno 2002 le missioni vanno inserite “a sistema”. Previsti 5 giorni lavorativi per l’acconto e 15 giorni lavorativi per il saldo (vedremo).

Straordinari – Pagato fino al 31 dicembre 2001. Le Direzioni Regionali devono inviare bimestralmente i prospetti e la documentazione. La Direzione Centrale liquida tali prospetti entro 30 giorni dalla presentazione.

Interessi e rivalutazione monetaria legge 312/80 – Le Direzioni regionali devono richiedere i fondi al DCA per coloro che hanno vinto il ricorso o che hanno un contenzioso in atto. Per tutti gli altri è stato chiesto parere alla Ragioneria Generale dello Stato.


9. Fondo di Previdenza: prima che scappino i buoi

Abbiamo più volte richiamato l’attenzione dei nostri colleghi sul Fondo di Previdenza, in cui, contabilmente, vi è un importo equivalente a circa 600 euro procapite per ogni anno di anzianità. Abbiamo ricordato che, sul piano giuridico, nessuno di noi ha - soggettivamente - diritto su quei fondi, visto che divengono, giuridicamente, di nostra proprietà solo al termine del nostro rapporto di lavoro con il Ministero delle Finanze che fino a quel momento rimane titolare del fondo. Abbiamo ricordato che pur se distaccati alle diverse Agenzie, sulla base del Decreto Legislativo 300/2000, che le Agenzie istituiva, noi restiamo dipendenti del Ministero delle Finanze fino alla stipula del rinnovo contrattuale, dopo il quale diventeremo, a tutti gli effetti, dipendenti delle Agenzie, alle quali, per ora, siamo distaccati. Detto questo risulta chiaro il rischio che stiamo correndo. Nel momento del passaggio da Ministero ad Agenzia il nostro rapporto di lavoro con il Ministero delle Finanze si interrompe. Non è però chiaro se si concretizzano le condizioni per cui possiamo chiedere la liquidazione della nostra quota di Fondo che, questo è chiaro, in quel momento deve cambiare natura. Il personale ha più volte espresso la volontà di accedere a quel Fondo – attraverso la liquidazione ad ognuno di quanto maturato. Due anni fa siamo riusciti a sventare (o perlomeno, a sospendere) una manovra di trasformazione del Fondo. Ricordiamo che, nel 2000, il Salfi aveva formulato l’ipotesi della trasformazione in Fondo di Solidarietà, per finanziare, mobilità territoriale, lavoro flessibile ed una sorta di cassa integrazione camuffata da prepensionamento…

Riportiamo una parte del documento formulato allora dal Salfi – che noi avevamo battezzato “Il documento fantasma” - e dal quale, solo dietro nostra sollecitazione, nell’autunno del 2000 CISL e UIL avevano preso le distanze:

“1. Il Fondo speciale (…) è destinato come segue:

a) nella quota del sessanta per cento, al finanziamento di assegni straordinari di so­ste­gno al reddito, sino a concorrenza dell’importo necessario e con le modalità pre­viste dal successivo articolo 9, in favore dei lavoratori finanziari che abbiano maturato alla data del 31 dicembre 1999 un'anzianità di servizio inferiore per non più di settantadue mesi a quella minima richiesta dalle disposizioni vigenti in materia di collocamento a riposo, e che avanzino apposita istanza;

b) per un'ulteriore quota pari al venti per cento, al finanziamento di contratti di formazione e lavoro, salari di ingresso. borse di studio e lavori socialmente utili, al fine di consentire nuove assunzioni presso le Agenzie fiscali nelle aree territoriali maggiormente carenti, con precedenza per personale professionalmente qualificato;

c) nella quota del dieci per cento, al finanziamento di incentivazioni economiche in favore dei lavoratori finanziari che optino per il regime di orario di lavoro a tempo parziale nella misura del cinquanta per cento dell'orario, o inferiore, a mezzo di integrazione della retri­buzione per un'aliquota pari al trenta per cento in più rispetto a quanto di spettanza, per la durata di un biennio dalla data di tra­sformazione del rapporto;

d) per la restante quota del dieci per cento, al finanziamento di incentivazioni economi­che in favore dei lavoratori eccedentari ammessi a mobilità volontaria verso sedi di servizio carenti, ubicate in altra regione, con precedenza per i dipendenti che scelgano regioni più lontane da quella di appartenenza.

Oggi tale pericolo non è affatto sventato se è vero che, nonostante sia stato da noi spesso sollecitato, il Dipartimento Politiche Fiscali nulla dice riguardo alle proprie intenzioni sull’utilizzo degli importi presenti nel Fondo. Per questo, per chiudere la stalla prima che i buoi siano scappati, noi continuiamo a sollecitare la massima attenzione di tutti sulla questione.

10. … e la guerra continua 

Gli Stati Uniti ci stanno trascinando in una guerra contro l’Iraq con l’obiettivo, dichiarato, di cambiare il suo regime di governo. Prima che la propaganda di guerra porti alla solita - assurda - polarizzazione tra buoni (con l’America) e cattivi (con l’Iraq) vorremmo che tutti riflettessero sul fatto che l’Iraq, prima dell’embargo, era il paese più evoluto del medio oriente, con un livello di scolarizzazione, sanità e reddito procapite senza confronti in tale zona. L’embargo ha ridotto il Prodotto Interno Lordo dell’Iraq al 10% di quello che era nel 1991, causando, sono dati di Amnesty International, solo fino al 1995, la morte di un milione di cittadini, di cui la metà bambini. Senza voler con questo dire che Saddam Hussein sia un bravo ragazzo, queste cose non vanno sottovalutate soprattutto ora, quando, sembra di assistere, proprio a seguito dell’apertura del governo di Bagdad alle ispezioni ONU, da parte di Bush, ai capricci di un bambino a cui hanno portato via un giocattolo. Questo – pur non essendo antiamericani – alimenta il sospetto che ben altri interessi siano nascosti dietro la volontà bellica del paese più potente – e più armato - del mondo. Da oltre dieci anni il nostro paese è coinvolto in una spirale di operazioni militari il cui fine è “umanitario” - incredibile termine coniato dal Governo di Centro-Sinistra per giustificare l’attacco in Kosovo - ma che si svolgono con sistemi che di umanitario hanno ben poco - circa il 90% delle vittime sono civili - e con esiti spiazzanti rispetto ai fini dichiarati. C’è, ad esempio, chi si chiede che fine ha fatto Osama Bin Laden o chi si chiede se è mai esistito… E non pensate che questo non ci riguardi. Sulle indennità per coloro che sono colpiti da atti di terrorismo è dedicato un intero paragrafo dell’atto di indirizzo che il Governo ha consegnato all’ARAN per il contratto degli statali…