Oggi muore “Il Sacco bucato”. Siamo in una nuova epoca. Nasce “Oltre le colonne” |
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E’
necessario, anche sul piano simbolico ed immediatamente percettibile, dar luogo ad una svolta nella storia delle Rappresentanze sindacali
di Base nel settore delle Finanze ed Agenzie Fiscali. “Il
sacco bucato” era nato nel giugno del 2000, in un
Ministero delle Finanze che oggi non esiste più. Ha assolto il suo
compito che era quello di far conoscere l’opzione RdB a chi, fino ad
allora, ignorava la sua esistenza. L’operazione
è stata un successo. Il risultato alle ultime elezioni RSU ne è
conferma. Ma il mondo attorno a “Il sacco bucato” è
cambiato. Le Agenzie hanno soppiantato il Ministero delle Finanze, il
cui ultimo “rimasuglio” sono circa 4.000 dipendenti tra Ministero
centrale e Commissioni Tributarie. E
già oggi, in assenza di contratto, si cominciano ad intravedere
all’orizzonte nere nuvole di tempesta che preannunciano ulteriori
trasformazioni verso Fondazioni o SpA di intere Agenzie o di rilevanti
pezzi di esse, l’utilizzo del salario accessorio per praticare le
gabbie salariali tra nord e sud, la mobilità del personale,
l’introduzione di sempre più ampie flessibilità e la riduzione dei
diritti in crescita geometrica. Per
questo, è chiaro, e qui ci rivolgiamo essenzialmente ai nostri
delegati, a cui, principalmente, questo nuovo strumento si rivolge,
non è più sufficiente stare chiusi negli uffici a discutere
prevalentemente di Fondo Unico di Amministrazione, dello
spostamento, all’interno di un sistema canceroso, di poche decine di
euro da un dipendente all’altro, spesso in maniera completamente
indistinguibile da quanto fanno le altre sigle sindacali, che tale
canceroso sistema hanno voluto ed alimentano. Tale
atteggiamento poteva, forse, essere utile in un momento in cui le RdB
dovevano accreditarsi, tra i colleghi, come presenza reale nel
panorama sindacale delle Finanze. Ma
ora lo abbiamo fatto. Nei numeri, ma soprattutto, nei risultati
ottenuti e nella credibilità e praticabilità delle nostre proposte.
Abbiamo aperto fronti di discussione che erano inesistenti fino a
pochissimo tempo fa. Citiamo solo due esempi. La questione
salariale, con la battaglia continua contro il salario accessorio
e la sua trasformazione in salario tabellare (la 14^ mensilità ed
aumenti salariali veri). L’ordinamento professionale, con
l’affermazione della necessità di rivedere inquadramenti giuridici
ed economici di tutti i dipendenti per adeguarli alla professionalità
da essi espressa. Nell’accettazione
delle regole contrattuali, che ci era stata imposta per continuare
l’attività sindacale, però, era insito un “imborghesimento”,
un lavoro di retroguardia, una “gestione al meglio
dell’esistente”, un muoversi in ordine sparso, che ci allontanava
dalla pratica sindacale conflittuale, l’unica strada
percorribile per ottenere realmente il miglioramento delle condizioni
di chi lavora. Lo sapevamo. Ma abbiamo dovuto correre il rischio. Ora
si apre una nuova fase. Abbiamo, quindi, deciso di rafforzare e
formalizzare, senza paure di burocratizzazione, il nostro modello
organizzativo, per ottenere un collegamento tra i delegati sindacali di diverso
livello più rapido, puntuale ed efficace. Non
è una scelta. E’ un percorso obbligato. Sono i fatti che ci
circondano che ci obbligano, ed obbligano tutti i nostri delegati a
non restare indietro, a guardare oltre il giardino, oltre
l’orticello, anzi, per dirla con l’Ulisse di dantesca memoria, “Oltre
le colonne” . A procedere oltre perché “fatti non foste a
viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”. |