DOVE
PASSA UN CONDONO |
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Si è concluso con un nulla di fatto l’incontro svoltosi questa sera, 27 gennaio 2003, presso la Direzione Centrale dell’Agenzia delle Entrate, dopo la sciagurata emanazione della Circolare n. 4/E del 2003 che in palese violazione delle norme contrattuali, ha ridisegnato l’assetto organizzativo degli Uffici dell’Agenzia senza la necessaria consultazione con le organizzazioni sindacali. Nella necessità di far fronte ad
alcuni degli effetti pratici del condono evidentemente si
dimenticano perfino le “buone maniere”. In un clima di benevola presa
di coscienza dei possibili negativi effetti che il condono avrà sul
presente e soprattutto sul futuro dell’Agenzia le organizzazioni
sindacali concertative si sono limitate a prendere atto
dell’intenzione dell’Agenzia delle Entrate, di esaminare possibili
alternative atte a reperire le risorse finanziarie per fare fronte alle
minori entrate che il condono produrrà sul fronte delle riscossioni (i
giri di parole non sono nostri, garantiamo!). A noi questo clima benevolo non
piace; anzi preoccupa fortemente per due motivi: 1)
Innanzitutto ci viene confermato il sospetto che avevamo
manifestato già ampiamente circa i devastanti effetti che il condono
produrrà sull’ammontare delle riscossioni future e quindi sui necessari
mezzi di finanziamento del salario accessorio. In pratica è stato chiesto
ai lavoratori, con la circolare 4/E di produrre in modo volontaristico,
sforzi lavorativi gratuiti, sopportando un conclamato aggravio dei carichi
di lavoro, sul fronte dell’assistenza al contribuente per favorirne
l’orientamento al condono fiscale; e questa prestazione gratuita e
straordinaria produrrà subito ulteriori effetti negativi dato che le
minori entrate dovute all’effetto condono peseranno sulla corresponsione
del salario accessorio! Siamo alla follia di una richiesta di lavoro
gratuito che produrrà “buchi di bilancio” grazie ai quali
guadagneremo ancor meno domani. 2)
In seconda istanza rileviamo come le organizzazioni sindacali
“maggiormente rappresentative”, come amano definirsi, soffrano di una
latente forma di dissociazione verbale, per cui a ciò che dicono
segue sempre un atteggiamento concreto differente, quasi opposto.
Affermano la necessità di preoccuparsi di una revisione dei metodi di
reperimento del salario accessorio, ma di fatto si accontentano di sterili
e già sentite dichiarazioni d’intenti da parte
dell’amministrazione. Si preoccupano dei carichi di lavoro ma avallano
nei contenuti una circolare (la n. 4/E del 2003) che interferisce
pesantemente e con un aggravio non quantificabile ma certo, sugli attuali
carichi cui i lavoratori sono sottoposti. Noi ribadiamo la necessità, ora
come ieri, di aprire un confronto ampio che abbia ad oggetto una profonda
revisione dei meccanismi di funzionamento delle Agenzie, soprattutto
per ciò che riguarda i riconoscimenti salariali e professionali dei
lavoratori ma anche per ciò che concerne i meccanismi di reperimento
delle risorse necessarie a finanziare il salario accessorio. Su questa
delicata partita si gioca il nostro futuro salariale e professionale. Non
vorremmo essere gli unici a perdere tutto grazie a un condono che invece
farà felici molti evasori nostri “nemici”. RdB PI Finanze e Agenzie Fiscali
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