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       Il 31 marzo, con l’Agenzia delle Entrate, si è,
      finalmente, tenuto l’incontro, in cui, tra le altre cose, si è discusso
      di riorganizzazione degli uffici, argomento su cui, l’Agenzia,
      evidentemente, non poteva più sottrarsi anche a seguito di specifiche
      prese di posizione locali, di tutte le sigle, come in Liguria, di alcune
      (tra cui RdB), come in Emilia Romagna. Ci hanno detto di non preoccuparci. Ma non hanno
      smentito nulla, ci hanno detto che “si tratta solo di uno studio che
      l’Agenzia sta conducendo”. Ci hanno detto che ogni iniziativa locale
      di chiusura (o trasformazione) di uffici, qualora fosse mai partita, è
      stata bloccata e che, “naturalmente”, non si permetterebbero mai
      di assumere iniziative unilateralmente, senza parlarne con i sindacati… La
      sensazione è stata quella di trovarci di fronte a bambini sorpresi con le
      mani nella marmellata, che negano l’evidenza e promettono che non lo
      faranno più.  MA
      CI SONO COSE CHE NON POSSIAMO NON VEDERE: Convenzione 2003 Agenzia/Ministero Per i dipendenti meno soldi
      dell’anno precedente (di cui si avrà certezza solo nel secondo
      semestre del 2004). Centralizzazione del controllo dell’operato
      dell’Agenzia rafforzando, con questo ruolo, il Dipartimento Politiche
      Fiscali con conseguente indebolimento del ruolo “politico”
      dell’Agenzia. Indebolimento che rende molto più facile l’aziendalizzazione
      (che da anni denunciamo) e la privatizzazione (visto che gli
      uffici vengono privati della “protezione” della Costituzione). Autotassazione e condono Il condono, che temiamo possa divenire strutturale, è l’atto finale dell’esaltazione dell’autotassazione come metodo per gestire le imposte. Il condono, priva i dipendenti del modo per alimentare i fondi incentivanti, è un metodo per dire a chi non paga le tasse che può continuare a farlo e toglie lavoro (e posti di lavoro) all’Agenzie delle Entrate. Costi e ricavi Come più volte abbiamo denunciato,
      ci vogliono obbligare a valutare tutto solo sulla base del rapporto tra
      costi e ricavi… però barano. Perché inseriscono, da anni,
      regole e normative che riducono i ricavi (le entrate ottenibili con il
      lavoro dei dipendenti). Riducendo i ricavi, i costi non hanno più
      giustificazione e quindi bisognerà razionalizzare e tagliare. Tagli che
      partiranno dal Sud Italia ma che coinvolgeranno tutto il personale
      (oltre che la natura stessa dell’Agenzia). In questo contesto, lo “studio”
      dell’Agenzia potrebbe condurre alla chiusura delle sezioni staccate di
      minor rilevanza, attraverso l’apertura, presso gli enti locali, di
      sportelli di servizio. Potremmo poi assistere alla trasformazione di
      alcuni uffici in sezioni staccate, e successivamente, della trasformazione
      dell’intera Agenzia in una semplice azienda di servizi. Che così
      potrebbe essere agevolmente privatizzata… Oggi, anche le organizzazioni
      sindacali che fino a poco tempo fa identificavano le Agenzie come il Paese
      del Bengodi, si accorgono che le cose non vanno come (da loro)
      previsto. Oggi non si può più restare a guardare. Oggi bisogna
      schierarsi contro la privatizzazione, per i nostri diritti. Lottare
      fino in fondo. Roma,
      1 aprile 2003 Esecutivo Nazionale Finanze e Agenzie Fiscali  |