AGENZIE FISCALI SCIOPERO
27 GIUGNO 2003 |
|
|||||||||
|
||||||||||
A
TUTTE LE RSU (anche
negli uffici dove, al momento, non abbiamo delegati) Roma,
10 giugno 2003 Il
momento è particolarmente delicato, le privatizzazioni ed il mancato
contratto vanno di pari passo e confermano un clima di incertezza
sul futuro, del nostro lavoro e del nostro ruolo, inaccettabile. Per
questo abbiamo deciso di dichiarare per il giorno 27 giugno p.v. uno
sciopero nazionale delle Agenzie Fiscali. Ma
siamo anche consci che lo strumento dello sciopero, per essere efficace,
deve essere ampiamente condiviso e chiaro negli obiettivi e nei contenuti. Per
questo invitiamo a superare ogni separazione e, in preparazione
dello sciopero delle Agenzie Fiscali, inviamo, una mozione destinata a
tutte le RSU. E’
una mozione, in cui, vedrete, nello spirito di cui sopra, noi per primi
abbiamo cercato di evitare ogni polemica, che pur sarebbe stata facile,
con altre Organizzazioni Sindacali. Vi
preghiamo di leggerla con attenzione, se possibile, di sottoporla al
personale, di votarla in assemblea, di sottoscriverla e di inviarla
al nostro numero di fax 06-233200763. Penseremo
noi ad inviarla al Ministro, alle altre sigle sindacali e
alla Commissione Finanze della Camera, presso la quale, in questi
giorni, è in corso un‘audizione sull’argomento, oltre che,
naturalmente, a pubblicare le mozioni che ci saranno giunte attraverso il
nostro sito internet (raggiungibile dalla rete intranet di tutte le
Agenzie). Potete,
se volete, utilizzare la mozione per sensibilizzare i parlamentari locali
o come strumento per avvicinare la cittadinanza (ad esempio, ricavandone
un volantino da distribuire pubblicamente, in ufficio o fuori, magari dopo
averlo sottoscritto come lavoratrici e lavoratori degli uffici
interessati). E’
chiaro che i tempi di questa operazione sono ristrettissimi, pena
l’inefficacia della stessa, Vi invitiamo quindi alla massima celerità
nelle procedure. Esecutivo
Nazionale CONTRO LE PRIVATIZZAZIONI - PER IL CONTRATTO Si rincorrono le voci di ulteriori
trasformazioni dell’ex Ministero delle Finanze. Trasformazioni che,
accentuano la scelta, già insita nelle Agenzie Fiscali, di separazione
tra gestione e scelte politiche. Trasformazioni che saranno vere e
proprie privatizzazioni. Si parla, infatti, di convertire
immediatamente due Agenzie, Territorio e Demanio, dove, per bocca
del governo, questa separazione è già oggi più netta, in Enti
Pubblici Economici (esempio Poste e Ferrovie). Scelta che pare propedeutica ad analoghe trasformazioni di altri settori del Ministero. In tale direzione va il processo degli Uffici Unici delle Dogane, che hanno visto come apripista gli Uffici Unici delle Entrate, creati e trasformati, ogni giorno di più, in “azienda di servizi”, e che, tra politiche di autotassazione e condoni, abdicano sempre più al ruolo essenziale che la Costituzione stessa gli aveva assegnato. Prima, diretta conseguenza di questa situazione è che il contratto di categoria, scaduto da 18 mesi, che, al momento, non si sa a chi sarà applicabile, tarda a venire, e, quando se ne parla, non si vedono innovazioni salariali o strutturali tali da evidenziare un investimento in tal senso, contraddicendo quanto a lungo si è detto delle Agenzie Fiscali, che, a questo punto, come alcuni affermavano, sembrano sempre più un passaggio per semplificare le scelte attuali piuttosto che, come, invece, era stato presentato, uno strumento di valorizzazione professionale ed economica del personale e del ruolo da esso svolto. Le
privatizzazioni, soprattutto in un settore come quello fiscale, non sono
accettabili, non possono esistere mediazioni a riguardo. Ogni privatizzazione, diretta o
strisciante, dei processi di lavoro che svolgiamo nei nostri uffici, oltre
a “commercializzare” il nostro apporto professionale, allontana la
fiscalità dai cittadini trasformandola in un’azienda come tante, con
costi e ricavi, mentre il suo ruolo dovrebbe essere quello di garantire,
al di fuori di tali vincoli, l’equità fiscale. Pur volendo sorvolare sulla
possibilità che quote di tali costituende società possano essere acquisite da soggetti potenzialmente destinatari dei controlli
delle stesse, il rischio per la cittadinanza è comunque evidente.
Bisognerà far quadrare i conti, le scelte aziendali verteranno sempre più
su contenimento dei costi (con taglio di personale e strutture) e su
operazioni “facili” che facciano cassa, rinunciando così a perseguire
i grossi evasori, e concentrandosi sempre più su chi le tasse le paga
già. Il calo del gettito fiscale
che ne conseguirebbe (ma già evidente) sarebbe poi, per la società,
foriero di ulteriori, necessari, tagli ai servizi sociali…
causando, tra l’altro, l’accelerazione della privatizzazione di altri
settori dello stato, come la sanità e la scuola, con ulteriori
aggravi, sempre per gli stessi soggetti. Non possiamo che chiedere a quelle organizzazioni sindacali che hanno creduto, speriamo in buona fede, nella bontà del processo, di prendere atto che lo stesso si sta rivoltando contro lavoratrici e lavoratori. Le ricadute saranno devastanti, in termini contrattuali, di sicurezza del posto di lavoro e sociali. Vi chiediamo di agire di conseguenza. Chiediamo alla parte politica (il
Ministro) di aprire un immediato confronto con lavoratrici e
lavoratori sulle questioni poste in essere dal presente documento e di desistere
dal progetto di destrutturazione in atto. Informiamo la cittadinanza di
quanto sta accadendo invitandola a superare l’abituale diffidenza
verso i dipendenti pubblici ed in particolare verso quelli del fisco,
a comprendere che la battaglia, per un fisco pubblico e più efficace,
è una battaglia per una società migliore. Le RSU dell’UFFICIO ______________________________________ SCIOPERO AGENZIE FISCALI – VENERDI’ 27 GIUGNO 2003 |
||||||||||
|
||||||||||
|