Resoconto stenografico
INDAGINE CONOSCITIVA
Seguito dell'audizione del sottosegretario di Stato per l'economia e
le finanze, Maria Teresa Armosino.
Seduta di martedì 10 giugno 2003
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LEO
La seduta comincia alle 11.45.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta
precedente).
Seguito dell'audizione del sottosegretario di Stato per
l'economia e le finanze, Maria Teresa Armosino.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine
conoscitiva sullo stato di attuazione della riforma dell'Amministrazione
finanziaria, il seguito dell'audizione del sottosegretario per l'economia
e le finanze, onorevole Maria Teresa Armosino, svoltasi il 28 maggio
scorso.
Do la parola ai colleghi che desiderano intervenire prima della replica
del sottosegretario.
GIORGIO BENVENUTO. L'onorevole Armosino ha puntualizzato - su nostra
richiesta, ed a conclusione dell'indagine, su cui dovremo formulare una
serie di osservazioni, nella proposta di documento finale - tutta una
serie di questioni scaturite dall'indagine stessa, soprattutto nei pareri
che avevamo espresso alla Commissione affari costituzionali ed alla
Commissione bicamerale - cosiddetta «bicameralina» - sulle questioni
della riforma amministrativa.
Riservandomi un intervento più ampio allorché esamineremo il documento
finale, desidero sottolineare una serie di problemi. Dal sottosegretario
Armosino abbiamo avuto una risposta - che ritengo importante - al quesito
che era alla base anche dell'indagine amministrativa, relativo ai titolari
delle interpretazioni. Condivido la risposta, così come è stata
formulata, e la decisione intervenuta da parte del Governo riguardo al
ruolo ed all'importanza delle Agenzie; esprimo, tuttavia, la
preoccupazione che nel processo di unificazione intervenuto tra l'ex
Ministero delle finanze e gli ex Ministeri del tesoro e del bilancio vi
sia una predominanza dell'ex Ministero del tesoro rispetto alle finanze,
per ciò che concerne la gestione.
Tale preoccupazione è rafforzata dalla constatazione che molte volte
dalla formulazione dei testi di carattere legislativo derivano problemi,
poiché su aspetti rilevanti della politica fiscale si registrano un
apporto ed una competenza maggiori da parte dell'ex Ministero del tesoro,
a livello non solo di apparato ministeriale, ma anche di responsabilità
politica. Faccio un esempio concreto: nell'ultima legge finanziaria, tutta
la parte relativa alle questioni di carattere fiscale era seguita solo dal
sottosegretario Vegas. Sarebbe, invece, importante - anche come segnale
politico -, sapendo quanto sia convulsa la discussione della legge
finanziaria ed onde evitare problemi, che, nell'ambito dell'unificazione
avvenuta, si esprimesse una maggiore competenza dell'ex Ministero delle
finanze sulle materie di più stretta responsabilità delle Agenzie ed una
maggiore e diretta responsabilità politica dei sottosegretari che seguono
tali questioni. Ad ulteriore riprova di tale preoccupazione, le modifiche
intervenute rafforzano un potere proprio dell'autorità politica.
Non ho ancora ben capito quale sia il senso, anche se il sottosegretario
Armosino ha in parte fugato alcune perplessità, di quei comitati a
livello territoriale che, all'atto della loro presentazione, sembrava
rappresentassero - interpretando ciò che aveva detto il ministro - una
specie di ritorno alle vecchie Intendenze di finanza. Ho notato che il
sottosegretario Armosino interpreta tali comitati più in funzione di
raccordo e di coordinamento. Dunque, la mia preoccupazione è che le
Agenzie abbiano una loro autonomia, che non vi sia una prevaricazione
dell'intervento di carattere politico e che sia salvaguardato un rapporto
di tipo paritario tra gli ex Ministeri del tesoro e delle finanze. In
altre parole, che si tratti di un'unificazione e non di un'»annessione»
del Ministero delle finanze a quello del tesoro.
Ho condiviso la soluzione trovata per le Agenzie del demanio e del
territorio ma sarebbe importante che l'onorevole Armosino entrasse in
contatto con le organizzazioni sindacali, che esprimono enormi
preoccupazioni per i problemi di carattere occupazionale: dal momento che
sono state apportate molte modifiche senza un'azione di raccordo, è
particolarmente importante che i sindacati siano tranquillizzati.
Vorremmo avere maggiori indicazioni e, nella riorganizzazione di tutto il
settore, chiedere al Governo di intervenire per affrontare meglio il
problema sollevato dalla Commissione di vigilanza sull'anagrafe tributaria
(è stato presentato un documento di carattere unitario e sono state
formulate delle proposte dal presidente e dai membri): visto che la
relazione dell'onorevole Armosino reca delle indicazioni di massima,
raccomanderei che la segnalazione della suddetta Commissione rientrasse
nelle valutazioni di carattere generale.
Inoltre, non è stato affrontato il delicato problema della riscossione,
su cui l'Agenzia delle entrate e l'autorità politica stanno lavorando. Si
parla di diverse ipotesi: di una società interamente di proprietà
dell'Agenzia delle entrate, di una società mista Agenzia e banche più
due società di service per la parte informatica e, se non ricordo
male, di un call center nell'ambito della gestione dei tributi
locali. Pensiamo che la questione della riscossione debba essere risolta
perché crea preoccupazioni, situazioni problematiche, e costituisce uno
dei lati deboli dell'amministrazione finanziaria. Quindi, è importante
che, completando il meccanismo, nel progetto si dia sicurezza e si
utilizzi nel modo migliore la professionalità dell'Agenzia e dei
lavoratori che operano nel settore.
Nell'informativa fornita dall'onorevole Armosino condivido la questione
relativa al personale del contenzioso tributario perché mi sembra che la
soluzione delineata - che, poi, è caldeggiata anche dai lavoratori e
dalle organizzazioni che operano nel settore - sia quella giusta. Tale
settore ha lavorato molto bene: il contenzioso tributario è profondamente
diminuito e concordo che la responsabilità debba rimanere in capo al
Ministero dell'economia e delle finanze perché non avrebbe senso
estenderla ad altre realtà. È giusto che la terziarietà sia garantita
ma, oggi, esiste una serie di iniziative da parte dei lavoratori e delle
nuove competenze sul contenzioso dei tributi locali e, quindi, è
importante completare il percorso in quella direzione.
Sui Monopoli di Stato non ho osservazioni di rilievo da fare, se non
quella di trovare una soluzione ai problemi che riguardano altri suoi
aspetti piuttosto che la struttura del Ministero. Vorrei ricordare che
nell'ambito delle soluzioni che verranno trovate per l'UNIRE è importante
che nel comitato giochi non vengano assegnati poteri di veto al suo
presidente per quanto riguarda le decisioni da adottare.
Insisteremo moltissimo sulla questione dello statuto del contribuente,
rispetto al quale abbiamo avuto ed abbiamo una sensibilità comune, e
sugli aspetti di esso che non hanno funzionato. Ritengo che, per quanto
riguarda l'applicazione dello statuto del contribuente, l'amministrazione
finanziaria e la stessa Guardia di finanza, nonostante il turbinio di
disposizioni legislative, abbiano bene operato. Con l'eccezione delle
cartelle pazze - la cui responsabilità, tuttavia, non faceva capo
all'Agenzia delle entrate -, credo che vada apprezzato il lavoro compiuto
e l'importante miglioramento ottenuto. Ho visto l'ultimo efficace vademecum
dell'Agenzia delle entrate e voglio dare atto che nonostante sullo statuto
del contribuente inizialmente fossero sorti problemi: la Guardia di
finanza e l'amministrazione finanziaria meritano un plauso per avere
operato con grande efficacia anche nel rapporto con il contribuente.
Inoltre, penso che vada sottolineata la necessità di un maggior raccordo
ed una maggiore valorizzazione della Guardia di finanza; condivido a tale
proposito, le osservazioni svolte dal comandante generale della Guardia di
finanza, che ha posto l'esigenza di evitare sovrapposizioni nello
svolgimento della loro attività.
Ricorderete che, in occasione dell'azione volta all'emersione del lavoro
nero e al suo contrasto, ci siamo trovati in una situazione imbarazzante,
con la Guardia di finanza da un lato che ha svolto tutto il lavoro e,
dall'altro, una conferenza stampa tenuta dai carabinieri distaccati presso
il Ministero del welfare, i quali avevano praticamente «sovrapposto»
le loro competenze a quelle della Guardia di finanza. Da questo punto di
vista, bisognerebbe riconoscere che la Guardia di finanza ha delle
responsabilità obiettive. In proposito, il Governo ha già fornite alcune
precisazioni ma, comunque sia, è nostro dovere salvaguardare queste
competenze ed evitare una sovrapposizione di compiti che finirebbero per
ostacolare e rendere più farraginoso e difficile il lavoro della Guardia
di finanza.
Condivido anche le osservazioni svolte dall'onorevole Armosino in merito
al Secit perché quella proposta, che proveniva dal presidente Cirami, era
contraddittoria ed anche errata da un punto di vista politico in quanto
trasmetteva un segnale di «indebolimento» nell'azione di contrasto
all'evasione fiscale e in relazione alle capacità del Secit (capacità
che ritengo ottima non solo per quanto riguarda l'elaborazione di
documenti e studi ma anche per il carattere ispettivo della sua funzione,
svolta altrettanto bene). Quindi, condivido sia le prese di posizione
dell'onorevole Armosino in Commissione, sia ciò che è contenuto nel
documento.
Da ultimo, ci troviamo di fronte a due questioni. Da un lato, dobbiamo
stabilire come dare più forza allo statuto del contribuente (ma vi è una
parte, riguardante il legislatore che, certamente, non è risolvibile in
quanto esiste un'inadempienza dal punto di vista politico, laddove le
nostre posizioni divergono da quelle della maggioranza), dall'altro, vi è
il problema consistente nell'utilizzare meglio le autorità garanti
(infatti, seppure istituite da tempo, tranne alcune lodevoli eccezioni,
queste ultime non riescono a funzionare). Come si può allora immaginare,
sulla base di questa esperienza (ho notato che, opportunamente, nella
legge finanziaria, il Governo ha prolungato di un anno la durata
dell'incarico delle autorità garanti) di utilizzare meglio tali autorità,
dotandole di maggiore autonomia ed operatività? Poiché rilevo che anche
l'onorevole Armosino insiste sul fatto che non bisogna disperdere quel
lavoro che valorizza il raccordo con il cittadino, per cui quest'ultimo
vanta un rapporto costruttivo, non antagonista ma positivo con
l'amministrazione, ritengo che sul problema delle autorità garanti
bisognerebbe promuovere qualche iniziativa in termini di rafforzamento di
tali istituti, poiché si tratta di esperienze che possono contribuire a
rendere meno conflittuale il rapporto tra cittadino ed amministrazione.
PRESIDENTE. Desidero aggiungere qualche osservazione sull'informativa
fornita dal sottosegretario Armosino, che ritengo puntuale ed approfondita
poiché in essa sono stati esaminati i vari snodi nevralgici
dell'amministrazione finanziaria.
Sono d'accordo sulla soluzione data alla questione dell'interpretazione,
anche alla luce dell'attuazione e della pratica operativa degli ultimi
tempi. Senza meno, affidare l'interpretazione all'Agenzia delle entrate
rappresenta la soluzione migliore anche perché, in quella sede, si
concentrano professionalità che hanno dato buona prova e che quindi fanno
ben sperare per il futuro.
Tuttavia, sempre a questo riguardo, ritengo opportuno creare un
collegamento con il Dipartimento delle politiche fiscali. Se è vero che
quest'ultimo svolge, soprattutto nella direzione della normativa e del
contenzioso, un ruolo di formulazione dei disegni di legge, l'elaborazione
della normativa di secondo livello (regolamenti, decreti e via dicendo),
è altrettanto vero che tutta questa normativa secondaria, poi, prelude
all'interpretazione su quella parte che definirei più specificamente
applicativa.
Quindi, a questo proposito, mantenendo ovviamente l'interpretazione in
capo all'Agenzia delle entrate e alle altre agenzie, sarebbe opportuno
creare un collegamento con il Dipartimento delle politiche fiscali, anche
alla luce del fatto che molte delle professionalità che prima erano
concentrate presso il Dipartimento delle entrate, si sono trasferite
presso tale Dipartimento, conservando quindi una sorta di memoria storica
di quanto è avvenuto.
Per quanto riguarda in particolare la finanziaria, sono d'accordo con la
soluzione già prospettata dal collega Benvenuto, visto che, essendo la
finanziaria composta da due parti (quella più squisitamente di spesa e
quella relativa alle entrate), è necessariamente richiesta un'assistenza
da parte del sottosegretario (potremmo poi definire le modalità di tale
collaborazione), il quale segue specificamente il versante delle entrate,
anche perché, proprio nel corso dell'ultima finanziaria, ci siamo trovati
a dover affrontare questioni talmente delicate per le quali lo stesso
sottosegretario Vegas, al quale riconosciamo la massima competenza ed
esprimiamo grande apprezzamento, si è spesso trovato in difficoltà di
fronte a questioni abbastanza complesse derivanti dall'applicazione della
normativa tributaria.
Per quanto riguarda l'anagrafe tributaria, dovremmo cercare di realizzare
un maggiore monitoraggio tra quella struttura che fa parte del
Dipartimento delle politiche fiscali (mi pare che sia quella relativa
all'analisi economica, attualmente diretta dal dottor Schiavo) e
l'anagrafe tributaria.
Proprio ieri si è svolta una seduta dell'alta Commissione del federalismo
fiscale, di cui faccio parte, ed ho potuto rilevare che i dati su cui è
stata costruita la riforma dell'IRPEF, risalivano addirittura al 1998: qui
c'è qualcosa che non funziona!
In altri termini, anche nel costruire una manovra economica di finanza
pubblica, nell'effettuare interventi su questioni fiscali, il fatto che
l'anagrafe tributaria possa fornire dei dati risalenti solo fino al 1998,
lo ritengo abbastanza allarmante (anche solo al fine di procedere a
proiezioni in vista di provvedimenti normativi più tarati).
Anche nei rapporti tra il Dipartimento delle politiche fiscali - Direzione
analisi economica - e l'anagrafe tributaria - Sogei - un altro problema si
pone con riferimento alle accise. Sappiamo infatti che il decreto
legislativo n. 56 del 2000, che disciplina la cosiddetta compartecipazione
degli enti locali ai tributi, prevede anche una compartecipazione all'accisa
sulla benzina.
In realtà, mi risulta invece che, tra Dipartimento delle politiche
fiscali e agenzia delle dogane, non si sappia ancora a quanto ammonti il
gettito che proveniente dal pagamento alla pompa. Quindi, ci sono problemi
di coordinamento tra questa struttura centrale e le articolazioni delle
agenzie che vanno senza meno registrati meglio.
Per quanto riguarda, infine, la questione della riscossione, insieme con
il collega Benvenuto e la collega Pistone abbiamo potuto riscontrare de
visu che la situazione è abbastanza allarmante. Quindi, ben venga una
soluzione, sia essa di accorpamento, sia di controllo di questa nuova
società da parte dell'Agenzia delle entrate, in modo che si sappia
chiaramente di chi è la responsabilità per le situazioni patologiche
riscontrate o che vengono a verificarsi.
Anch'io mi associo a quanto già sostenuto dall'onorevole Benvenuto in
merito all'ottimo lavoro svolto dalla Guardia di finanza, laddove essa ha
incontrato delle difficoltà di rapporto con altre Forze di polizia.
Bisognerà esplicitare nel documento finale dell'indagine conoscitiva che
i compiti della Guardia di finanza debbono essere salvaguardati, non fosse
altro per la professionalità che ha maturato nel tempo: il personale è
altamente qualificato in materia economica e finanziaria, possiede un know
how notevole e, dunque, non mi sembra corretto disperderne in mille
rivoli le competenze.
Infine, per quanto riguarda i garanti è necessario svolgere alcune
riflessioni. Durante le indagini sui cosiddetti «avvisi pazzi» abbiamo
riscontrato la presenza di alcune criticità. Bisognerà esaminare
attentamente la composizione dell'organo e, forse, richiedere certe
caratteristiche particolari, per fare in modo che il garante non sia
semplicemente chi termina l'attività professionale negli organi
giurisdizionali (una sorta di commodus discessus), ma svolga una
funzione propositiva a favore dei contribuenti per affrontare le
disfunzioni che si configurano nel comparto dell'amministrazione
finanziaria.
Rivolgo nuovamente il mio apprezzamento per il documento elaborato dal
sottosegretario Armosino: alcune riflessioni in esso contenute potranno
essere trasfuse nel documento finale dell'indagine conoscitiva.
GABRIELLA PISTONE. Vorrei sottolineare alcuni aspetti concernenti la
riqualificazione dell'amministrazione finanziaria. Provo perplessità non
tanto riguardo alle novità, quanto all'esigenza forzosa delle novità che
non producono solo effetti positivi ma, a volte, maggiore confusione.
Spesso, non è necessario promuovere le novità, ma semplicemente far
rispettare le leggi che già esistono. Alcuni aspetti dell'amministrazione
finanziaria possono aver mostrato patologie che devono essere curate,
senza necessariamente creare allarmi o giudizi estremamente negativi, dai
quali far discendere un capovolgimento totale della situazione.
Poiché i capitoli dei progetti di riforma delineano le grandi scelte
strategiche, ma non approfondiscono i dettagli, sarà necessario
comprenderne realmente le conseguenze dirette. Mi preoccupo sempre degli
aspetti legati al capitale umano, che è necessario valorizzare
maggiormente; spesso e volentieri si tenta, invece, di mortificare il
personale addossandogli colpe che non ha, facendo ricadere su tutti
l'inefficienza e l'inefficacia di alcune amministrazioni o di alcune linee
di condotta.
Il presidente Leo ricordava i temi della riscossione, del catasto e della
Guardia di finanza, che rappresentano tre settori di grande eccellenza:
questo deve essere riconosciuto e sottolineato. Infatti, quando ci
rechiamo a visitare le varie scuole della Guardia di finanza, non facciamo
altro che sottolineare l'alto livello professionale che viene registrato
in questi centri. Non possiamo mortificare in nessun modo punte di
eccellenza che la Guardia di finanza ha conquistato attraverso una
selezione molto qualificata degli addetti. Nei settori della riscossione e
del catasto viene impiegato personale che ha acquisito una tale
professionalità e competenza che è difficilissimo sostituire con altre
formule. Ritengo necessario verificare molti aspetti, alla luce della
fondamentale garanzia di salvaguardia e tutela del personale, la cui
motivazione deve essere considerata al fine di attuare qualsiasi riforma.
Ho ricevuto telefonate e lettere da parte dei lavoratori, che vogliono
conoscere il loro futuro e non sentirsi estranei all'amministrazione dello
Stato, fatto che è funzionale al buon raggiungimento dei risultati.
Questo è fondamentale. Se lo si vorrà attuare - lo farà
l'amministrazione finanziaria, nella sua complessità - si presterà un
buon servizio allo Stato, proprio perché ritengo che vi sia la necessità
di riacquisire, elemento che si è un po' - o un po' troppo - smarrito, il
legame tra cittadino e Stato, inteso quest'ultimo come amministrazione nel
suo complesso. D'altronde, sono stati a volte presi provvedimenti non
certamente in linea con un adeguato coinvolgimento del personale. Ciò che
chiedo è anche - tengo a sottolinearlo - di tener presente l'assoluta
esigenza di coinvolgere sempre le parti sociali all'interno di qualsiasi
tipo di trasformazione in atto. È fondamentale. Si tratta di un problema
di valorizzazione - ripeto - di tutto il personale, che giudico
assolutamente propedeutico a qualunque tipo di trasformazione cui si
voglia giungere, nell'amministrazione finanziaria e non solo.
PRESIDENTE. Do ora la parola al sottosegretario per la replica.
MARIA TERESA ARMOSINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le
finanze. Voglio fare un'osservazione sull'aspetto che è stato messo
in rilievo e che riguarda essenzialmente l'Agenzia del territorio. Conosco
bene le preoccupazioni che sono sorte in merito, da parte dei dipendenti
dell'Agenzia stessa: si tratta, infatti, della problematica centrale.
L'Agenzia suddetta occupa molte migliaia di lavoratori socialmente utili.
In applicazione della legge Bassanini sulla riforma del catasto, 4.500
dipendenti debbono essere trasferiti comunque. Conosco, altresì, le
lamentazioni - che provengono (non da ultimo) da parte dell'ANCI - in
merito al presunto rallentamento del processo di decentramento. Appena ci
è stata resa nota la relazione predisposta nella «bicameralina» in
ordine alle riforme, che ci invita a trasformare sia il demanio sia il
territorio in enti pubblici economici, la mia risposta è stata di non
voler disattendere alle indicazioni che vengono dal Parlamento, ma tali
trasformazioni saranno operate con i tempi che saranno necessari. Ho
immediatamente aggiunto - mi riferivo, evidentemente, al territorio; il
problema non si pone in relazione all'Agenzia del demanio - di prestare
attenzione, in primo luogo, alle persone. Lo ribadisco, e lo confermo così
come l'ho detto: gli esseri umani, i lavoratori non sono pacchi postali.
Ciò involge due ordini di problemi. Non parlo dell'»assicurazione» del
posto, che non è tipica della nostra cultura, ma della garanzia del
lavoro. Tale garanzia va esaminata, in conformità di molte affermazioni
svolte - sulle quali personalmente mi trovo d'accordo -, e sul fatto che
proprio la coincidenza ed il trasferimento di funzioni catastali hanno
posto il problema di 4.900 persone che dovremmo, in applicazione della
Bassanini, trasferire in ragione del 2,8 e del 9,3 per cento. Dovremmo,
cioè, trasferire, in relazione ad aggregazioni ed a numeri di utenza, una
determinata percentuale di personale. Quella della Bassanini è una
riforma che inerisce al catasto ma crea la problematica del personale e
che non ha visto tutti gli enti locali aderire. Molti di questi ultimi,
infatti, non sono stati in grado di richiedere tale trasferimento di
personale. Altri lo hanno fatto; ciò è del tutto ammissibile, perché si
tratta dell'applicazione dei principi di federalismo e di sussidiarietà;
vi sarebbe, in merito, l'unione di un determinato numero di comuni, e non
il far capo ad una provincia.
Detta riforma ci lascia, poi, in una situazione che non determina nessun
risparmio, né in termini di efficienza, né in termini di costi: vi è,
infatti, una struttura centrale che bisogna tenere in piedi al 50 per
cento a cui se ne aggiungono altre che - legittimamente e giustamente, dal
mio punto di vista - chiedono oltre al trasferimento delle competenze
anche quello delle risorse. Bisogna pertanto valutare quali benefici ne
conseguano. Si tratta di un problema da risolvere. Si sta effettuando un
decentramento, e siamo gli unici in Europa - non voglio dire nel mondo,
perché la mia capacità di ricerca non è stata tale - che non uniformano
ancora conservatoria e catasto, per cui si ha una duplicazione della
pubblicità immobiliare (oltre, naturalmente, a quella rappresentata
dall'atto notarile e dall'atto dell'ufficiale rogante). Vi sono, dunque,
dei passaggi che richiederebbero di ragionare, sotto il profilo pratico,
riguardo all'applicazione di tali disposizioni.
Non nascondo la mia difficoltà. Ho cercato di parlare con tutti coloro
che me lo hanno chiesto, dalle associazioni dei comuni, alle parti
sindacali, eccetera. Se, oggi, tuttavia, mi trovo di fronte ad una
posizione - eventuale - dell'ANCI, che mi potrebbe rimproverare ritardi
nei trasferimenti, dovrò affrontare la questione con i comuni. È questa
la norma che dobbiamo applicare. Ribadisco, comunque, che mantengo ferma,
avendo la delega su tale materia, la mia fortissima convinzione di
garantire l'occupazione alle persone ed il mio impegno a farmi carico di
tale problematica, che anch'io ritengo essere la conditio sine
qua non per la prosecuzione.
GABRIELLA PISTONE. Mi fa piacere che ciò sia ribadito.
PRESIDENTE. Ringrazio il sottosegretario Armosino per il contributo
offerto alla nostra indagine conoscitiva e dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 12.35.
|