2.3.04
DECENTRAMENTO DEL CATASTO AI COMUNI

Pagano sempre i soliti noti: i cittadini e i lavoratori

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Il processo di decentramento disposto dal D.lgs. n° 112/98 e avviato dai D.P.C.M. seguenti, è ora in dirittura d'arrivo, infatti si sta discutendo in questi giorni lo schema del decreto attuativo, tentando di aggirare le insormontabili difficoltà emerse fin qui nella cosiddetta "fase sperimentale". In particolare tale decreto prevede per i comuni, la facoltà di gestire tutte o in parte le funzioni catastali conferite secondo i seguenti moduli:

a)    visure e certificazioni;

b)    accettazione atti di aggiornamento delle banche dati catastali (Docfa, Docte, Pregeo e Volture), in aggiunta al modulo a;

c)     trattazione degli atti di aggiornamento delle banche dati catastali comprendenti anche le attività di accertamento, integrazione, rettifica e revisione degli estimi e del classamento, in aggiunta ai moduli a e b.


Si prefigura così uno scenario di incertezze e spezzettamento di funzioni che non porteranno di certo l'auspicata efficienza, inoltre questa confusione normativa potrebbe ingenerare una enorme sperequazione catastale e contributiva, permettendo ad alcuni comuni di rivedere gli estimi al rialzo con un conseguente aumento dell'ICI.

Infatti, dopo che il Governo a confermato il taglio dei fondi ai comuni di 410 milioni di euro (3,7% in meno del 2003), l'ANCI ha proposto come alternativa l'affidamento della gestione del catasto ad amministrazioni locali, pena inevitabili tagli ai servizi sociali.

Comprendiamo perfettamente le difficoltà dei comuni, ma crediamo che la fretta sia sempre una cattiva consigliera, ed anche in questo caso potrebbe indurre i comuni ad assumere delicate funzioni catastali (in modo irreversibile) per poi non essere in grado di gestirle e quindi rivolgersi a società private, contribuendo così alla privatizzazione del catasto.

Tale eventualità sarebbe veramente grave per i cittadini e per gli attuali 12.000 lavoratori (compresi 1.600 lavoratori a tempo determinato), i quali negli ultimi 5 anni hanno trasformato, con impegno e professionalità, quello che prima poteva considerarsi un "archivio polveroso", in un ufficio efficiente che ha completamente azzerato il suo monumentale arretrato, inserendo in banca dati milioni di atti.Tale operazione è stata possibile grazie anche all'apporto dei lavoratori a tempo determinato, che  dopo 5 anni di rinnovi contrattuali annuali, hanno con impegno acquisito una professionalità ormai indispensabile per l'attività dell'Agenzia.


Ed è in questo contesto che si vorrebbe inserire la devastante operazione di decentramento, che determinerebbe non una semplificazione delle procedure, ma una indubbia sovrapposizione di ruoli e funzioni, non prevedendo inoltre nessuna chiara soluzione per la salvaguardia del personale di ruolo attualmente impiegato e nessun intervento che stabilizzi il rapporto di lavoro degli L.T.D.


Invitiamo tutti i cittadini a vigilare affinché non si perpetri un ulteriore taglio di un servizio pubblico, e tutti i lavoratori dell'agenzia del territorio a mobilitarsi in difesa del proprio posto di lavoro e rifiutarsi di essere considerati come dei numeri in esubero.