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Dopo pressioni ormai provenienti da tutte le parti viene varato un nuovo dPCM (la cui bozza è stata presentata qualche giorno fa) che fa slittare di altri due anni il termine (già superato) del 27 febbraio 2004, entro il quale si sarebbero dovute definire le sorti di dipendenti e catasti. Il dPCM è costituito da un unico articolo, che così recita: Art. 1. Modificazioni al d.P.C.M. 19 dicembre 2000 1. All'articolo 6, comma 1, del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri19 dicembre 2000, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 27 febbraio 2001, n.48, le parole "tre anni" sono sostituite con le parole "cinque anni". Questo
ci fornisce due anni di "respiro" sul decentramento anche se non
ci permette di abbassare la guardia rispetto a tutte le questioni che
abbiamo sempre sollevato: E' legittimo per un paese civile frammentare la gestione del catasto? Non è che, come abbiamo visto in più occasioni, anche questa riforma si risolverà nel dare nelle mani dei privati i rami che danno frutti e mantenere nelle mani dello stato i rami secchi? Intanto, forzando la mano, alcuni catasti, come quello di Brescia, continuano ad aprire Poli catastali! La sperimentazione è finita... il decentramento è rinviato di due anni... che interessi ci sono nell'aprire, senza confronto sindacale, un polo catastale, pardon, uno "sportello evoluto" a Montichiari? Il
transito di funzioni in questo modo, espropriando, come ricordano anche,
le RSU locali, l'Ufficio Provinciale di Brescia di una Non è accettabile! Roma, 17 marzo 2004 Esecutivo Nazionale RdB/CUB PI Agenzie Fiscali |
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