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Il Governo, direttamente e/o per
bocca della Ragioneria dello Stato, pare eccepire su alcuni punti
qualificanti del contratto: stabilizzazione del salario accessorio,
questione buoni pasto, svuotamento dell’Area A. Le eccezioni che vengono
poste sono solo falsamente tecniche… il Governo pare opporsi alle
questioni (e non sono molte) che nel nostro contratto hanno carattere di
innovazione. Il problema è politico. Il
Governo dimostra di volerci privati… si, ma privati di tutto. Le Agenzie in cui siamo stati
nostro malgrado catapultati, oggi ci chiedono standard di produzione
(favoriti dalla nostra supina collaborazione a progetti finalizzati ed
affini) ci impongono modelli gestionali aziendali, riorganizzazioni
strutturali basate prevalentemente sul rapporto costi/ricavi, riduzioni
del personale, flessibilità e precariato… Una “modernità” che non ci
piace e che comunque non trova alcuna contropartita contrattuale dove sia
nel metodo che nel merito siamo fermi alla fine dell’800. Se il contratto non dovesse passare lo scoglio del Consiglio dei
Ministri in questa settimana le azioni di lotta dovranno intensificarsi e
spostarsi sul territorio cittadino. USCIAMO DAGLI UFFICI LOTTO CONTINUO.
La prima proposta la facciamo a Bari, Cagliari, Firenze, Genova, Milano,
Napoli, Palermo, Torino, Roma, Venezia. Generalizziamo l’esperienza già
realizzata a Venezia e Genova, con azioni di disturbo delle estrazioni
del lotto. Presentiamoci con trombe, fischietti, pentole ogni mercoledì
dal 12 maggio fino alla firma definitiva del contratto. FISCHIO IN PIAZZA.
Ad ogni sortita pubblica dell’Agenzia delle Entrate, le iniziative
Aziendali di facciata che tanto piacciono ai nostri vertici, presentiamoci
armati di fischietti, cartelli e volantini per i contribuenti. GUERRIGLIA FISCALE.
Approfittiamo comunque di ogni occasione e evento pubblico per organizzare
presidi e/o manifestazioni di protesta, in cui disturbare le
manifestazioni quel tanto che basta per garantire visibilità al nostro
problema contrattuale. NESSUN COLLABORAZIONISMO.
E poi… naturalmente, continuiamo a non collaborare negli uffici,
attraverso qualsiasi iniziativa che possa rallentare e/o bloccare il
lavoro (assemblee, presidi, pausa videoterminale, etc. etc). |
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