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       Il
      Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dei Ministeri prevedeva passaggi
      tra le aree e nelle aree. Procedure che in molti ministeri sono state
      “battezzate” come riqualificazione. La sentenza della Corte
      Costituzionale sulla nostre riqualificazioni, però, ha finito col
      bloccare, nei diversi ministeri, molte di quelle procedure. Perché?
      Semplicemente perché, trattandosi di procedure che “formalmente”
      mettevano a concorso posti pubblici individuati come vacanti, la
      Costituzione obbliga, in casi come quelli a indire concorsi pubblici.
      Questo per garantire pari diritti a tutti i cittadini di accesso ad un
      posto pubblico e, contemporaneamente, come garanzia (almeno presunta) che
      l’accesso dei “migliori” senza riserve ad un posto potesse garantire
      un migliore andamento della macchina pubblica.  Si
      tratta di un ragionamento che non fa una grinza. Nessuno però, ad
      eccezione nostra, ha sufficientemente evidenziato la vera situazione… non
      si trattava di posti messi a concorso, ma nella stragrande maggioranza dei
      casi, del riconoscimento a chi già lo svolgeva di un lavoro!  …
      se ieri un lavoro si svolgeva con una perforatrice ed oggi presuppone una
      preparazione informatica avanzata, non è un lavoro nuovo! è lo stesso
      che richiede maggiore preparazione e professionalità. Chi lo svolgeva
      ieri e continua a svolgerlo oggi, si è evoluto professionalmente…
      quella che non si è mossa è la sua collocazione nella piramide
      giuridico/retributiva.  Questo
      è il nodo della situazione.
      O siamo in grado di invertire l’approccio alla questione inquadramento
      del personale oppure ci scontreremo sempre con la sentenza della Corte
      Costituzionale. Se
      non si esce da questo circolo vizioso poco senso ha parlare del peso dei
      singoli titoli… secondo noi l’anzianità di servizio è preponderante
      perché è elemento rappresentativo del discorso che facevamo
      poc’anzi… maggiore sarà anzianità di servizio, maggiore sarà lo
      scostamento tra le cose che richieste all’assunzione e quelle svolte
      oggi… quindi… ma, restando nel circolo, chiunque si sentirà
      legittimato a pensare che qualsiasi metodo di valutazione sia sbagliato
      (solo perché privilegia altri) a ricorrere e bloccare le procedure. Nelle
      Agenzie, le procedure, varate nel 2001, sono rimaste a lungo bloccate.
      Sono ripartite con un Accordo, quello del 1 agosto 2003, da noi non
      condiviso, perché buttava acqua sul fuoco della mobilitazione per il
      Contratto, ma soprattutto perché riportava indietro il ragionamento,
      ridefinendo le procedure come concorsi, diversamente da quanto ottenuto
      (soprattutto da noi) nell’accordo sulla riqualificazione di circa un
      anno prima. Il 1 Agosto venivano aggiunti altri posti (parte di quelli
      “liberati” nel frattempo) e varate nuove procedure (che stanno venendo
      a galla in questi giorni). Ma
      tutte le procedure sono macchiate del “peccato originale” di cui
      parlavamo prima… Noi,
      pur non condividendo l’accordo, riconosciamo che sotto di esso è
      presente la firma delle sigle sindacali che contano la maggioranza degli
      iscritti. Il nostro compito è affrontare la situazione “sindacalmente”,
      costruendo una maggioranza diversa, (e questo dipende da quanti
      iscritti avremo) se possibile, per salvare il salvabile oppure, se
      ciò non fosse possibile, per modificare le situazioni in accordi
      successivi. Riteniamo poco corretto, e quindi non lo facciamo, usare
      la via legale… perché rispetto ad accordi come quelli per la
      progressione di livello, non hanno mai esiti positivi, servono solo a
      rompere tutto! e a far perdere tutti! Continuiamo
      a pensare che l’unica via d’uscita, l’unica reale possibilità di
      carriera risieda non nel concorso ma nel riconoscimento della
      professionalità. Per questo nel nuovo contratto ci batteremo per una
      ridefinizione (e semplificazione) delle figure professionali e per una
      ricollocazione, anche graduale, del personale… non vorremmo che le
      “vecchie” procedure possano divenire freno a questa possibilità…  Per
      questo, pur se non ne abbiamo condiviso metodo e merito, non ci
      opporremo alle procedure in corso e, pur consci che sarà difficile,
      speriamo vadano a buon fine il più rapidamente possibile per poter poi
      discutere veramente…  Roma,
      3 giugno 2004 Esecutivo Nazionale RdB/CUB PI Agenzie Fiscali  | 
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