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Dalla metà di Agosto, senza alcuna
(obbligatoria) contrattazione, l’Agenzia delle Dogane ha costituito
“unità di crisi”. Nella
riunione del 2 settembre, però, l’Agenzia, farfugliando cose
sull’emergenza che avrebbe obbligato a non rispettare i dettami
contrattuali, non è stata in grado di precisare nè le finalità
(restando su una vaga necessità di “sicurezza”) nè le modalità
organizzative e di pagamento di tali unità di crisi… Se da una parte, quindi, tale
operazione parrebbe confermare le nostre considerazioni riguardo alle
funzioni che può (e deve) svolgere il personale doganale, dall’altra
inquieta la assoluta mancanza di chiarezza dei vertici dell’Agenzia. Sia chiaro, le RdB/CUB si opporranno
a qualsiasi tentativo di imporre soggetti “esterni” nelle aree
doganali per funzioni e compiti per cui il personale doganale è più che
idoneo: siamo contrari a qualsiasi tentativo di militarizzazione di aree,
funzioni e personale doganali. Ben vengano quindi iniziative volte a
ribadire che la professionalità dei “doganali” non vada sminuita,
bensì valorizzata e utilizzata al massimo… ma questo non può
divenire aderire supinamente a qualsiasi idea, seppur non chiaramente
definita, non contrattata, che sembra vada in tale direzione. Per questo motivo è inaccettabile
la indeterminazione in cui si sta sviluppando la questione “unità di
crisi”, che, secondo noi, va immediatamente definita, nelle
finalità, nell’organizzazione e nel pagamento, che, è
ovvio, non può avvenire con i, già troppo abusati, soldi del Fondo Unico
di Amministrazione: l’Agenzia deve investire su se stessa e sui suoi
dipendenti (cosa che non è abituata a fare). Restiamo in attesa di una ulteriore
riunione che si svolgerà nei prossimi giorni, sperando che l’Agenzia
giunga con le idee più chiare! |
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