L’apparenza inganna
Insomma,
si dice che si sposta il lavoro dal nord al sud, anziché
spostare i lavoratori dal sud al nord. Sembrerebbe
un’ottima idea.
Ma,
l’apparenza inganna. La realtà è che non stiamo
parlando di telelavoro, ma di delocalizzazione. Il
personale diverrà per molti versi, a tutti gli effetti,
personale dell’ufficio (o degli uffici) delocalizzato.
Un’idea
che l’Agenzia stessa dichiara come sperimentale di un nuovo modello organizzativo ed abbiamo già visto troppe
sperimentazioni che poi sono diventate, in maniera
strisciante, regola.
La
formula sarà quella del distacco (seppur virtuale) del
personale, dagli uffici di Reggio Calabria, Locri e Palmi a
Milano. Il personale continuerà a lavorare in Calabria ma non avrà più in loco punti di riferimento certi per la
tutela dei propri diritti.
Ci
troviamo di fronte ad una pericolosa frammentazione
dell’attività lavorativa che avrà conseguenze sia sul
salario accessorio (chi lo paga e da che fondo?) che sui più
elementari diritti… un esempio, con chi e dove si contratta
l’orario di lavoro? i carichi di lavoro? e
l’organizzazione? chi gestisce il personale? l’ufficio
delocalizzato oppure quello dove il personale presta
effettivamente servizio? come e dove i delocalizzati
eleggeranno i loro rappresentanti RSU?
I
quesiti sono molti. E a nessuno è stata data una risposta
soddisfacente!
Si
sa solo che sta partendo una nuova ”sperimentazione” e che
i sindacati firmatari, fortunatamente non tutti, hanno data
una nuova apertura di credito ai “modernismi”
dell’Agenzia delle Entrate.
Noi
no!
…
a tutto questo si aggiunga che in Calabria chiudono le sezioni
staccate e uffici come Crotone e Rossano boccheggiano per
mancanza di personale…
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