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Questione di metodo La validità degli accordi e la tattica che usano le Agenzie |
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Tra
il dire ed il fare… dice un vecchio detto. E dopo tutto l’abbaiare nessun
cane ha morso. Alle Entrate si è firmato il solito accordo sul Fondo Unico di
Amministrazione. L’accordo per restare alle Entrate recepisce in maniera
sempre più consistente la richiesta del personale (le 20.000 firme raccolte
dalle RdB) di portare in busta paga quote significative di salario accessorio.
In
questo caso, il 45% del Fondo Unico va a tutti e, il 65% del 37% destinato
alla Produttività, pure.
Fa
quasi
il 60% a tutti
anche se, e questo è uno dei motivi per cui non abbiamo firmato, il 37%
destinato alla produttività verrà diviso negli uffici in maniera non
equivalente alle presenze, ma ai carichi di lavoro (concetto questo spesso molto
astratto e su cui l’amministrazione troppo spesso gioca).
Ma
il vero motivo di forte dissenso è che è stata riproposta
la stessa zuppa delle indennità…
meccanismo che retribuisce a posteriori (molto a posteriori visto che si
discute oggi del 2002), posizioni di lavoro che sono state assegnate senza
discussione dai dirigenti degli uffici… e che come sempre non si fa che
ratificare.
Lo
abbiamo sempre detto, le indennità devono divenire riconoscimento strutturale
della professionalità, date per acquisite e messe in busta paga… cercando di
riequilibrare tra i diversi servizi che oggi vedono discriminazioni selvagge
tra chi prende tanto e chi non prende niente.
Per l’accordo al Territorio, firmato proprio mentre andiamo in spedizione, vale esattamente lo stesso ragionamento ma con l’aggravante che il 13% del Fondo è stato prelevato per retribuire i dirigenti e che per il budget d'ufficio, che ricorderete, lo scorso anno non era bastato, è stata stanziata la stessa cifra...
L’Unione
Europea il 1° maggio si allarga. Questo è un bene. Ma non vorremmo che la
festa dei lavoratori diventasse la festa “ai” lavoratori. E’
chiaro, l’allargamento previsto avrà ricadute forti su tutte le strutture
delle Dogane che oggi hanno a che fare con le merci provenienti dai paesi nuovi
membri. Le RdB stanno, soprattutto nel Nord-Est, cominciando a porre seriamente
il problema a tutti gli operatori del settore. Non vorremmo trovarci in
situazioni difficili a cui nessuno aveva pensato per poi, come sindacato, essere
obbligati a “concertare” il minore dei mali.