Oltre le colonne
Teoria e pratica sindacale

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Seconda Edizione


N.4 - 3 dicembre 2003

SOMMARIO

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E' Fallita. A noi la parola

Tutti i sindacati hanno rotto il tavolo di trattativa con l’ARAN che, dopo mesi, si è ripresentata con le stesse proposte iniziali.

Lavoratrici e lavoratori, in tutti questi anni, sono stati intontiti da sindacati che hanno stigmatizzato la lotta e preferito esaltare le proprietà taumaturgiche delle trattative che avrebbero, chissà come, dato frutti miracolosi. Lavoratrici e lavoratori sono stati vittime di scelte non loro, prese da un manipolo di burocrati sindacali che, lo assicuravano, concertavano “il meglio possibile” per tutti. E così a fronte di enormi concessioni sul piano dei diritti nulla abbiamo avuto in cambio. Per buon ultimo, dopo averci trascinato, con le promesse che ricordiamo tutti, fuori dal Ministero delle Finanze, ci viene negato anche il contratto.

La vicenda contrattuale è stata sintomatica. I “concertativi” hanno affogato sul nascere, l’eccezionale esperienza Ligure della scorsa estate. Lavoratrici e lavoratori in Liguria si erano sollevati dal torpore ed avevano trovato un nuovo protagonismo, comprendendo che è il sindacato che deve essere strumento di chi lavora e non viceversa. L’esperienza, invece di essere esportata, è stata sapientemente circoscritta e soppressa, lasciando le sole RdB con il cerino in mano. Potevamo scottarci le dita, invece abbiamo preso quel cerino e l’abbiamo usato per dare fuoco agli animi… abbiamo così proposto il ricorso alle Direzioni Provinciali del Lavoro.

Individuare una contraddizione e chiedere a lavoratrici e lavoratori di tornare protagonisti.

Abbiamo subito connotato questa operazione, non come una semplice operazione giuridica ma come un modo per garantire a tutti la possibilità di dire: IO SONO QUI, NON PUOI PIU’ FARE DI ME CIO’ CHE VUOI!

Siamo stati sbeffeggiati, boicottati, secondo i “concertativi” ogni giorno era buono per chiudere il contratto e non c’era bisogno di sollevare tutto quel polverone come stavamo facendo noi.

E invece ce ne era bisogno eccome… e noi non smetteremo di sollevarlo… di raccogliere ricorsi, di fornire a chi lavora strumenti per rivendicare il proprio protagonismo.

La concertazione è fallita. La parola va ai lavoratori.  

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Contratto. Rotto il tavolo di trattative

Il 1 dicembre si è consumato l’ennesimo atto di una farsa che vede come vittime oltre 55.000 lavoratori che, con false promesse, sono stati convinti ad uscire dai Ministeri e che oggi, grazie a questa scelta, sono vittime di privatizzazioni, sono ancora senza contratto e chissà mai quando lo avranno. L’ARAN si è presentata alla trattativa sulla parte economica ribadendo che non ci si muove dal rispetto dei patti di Luglio 1993 e Febbraio 2002 e che quindi si discute, a fronte di un’inflazione quasi tripla, di aumenti del 5,66% a regime sui due anni (2002-2003). 

Questo secondo i calcoli del governo, su cui hanno stanziato i soldi in finanziaria, significava circa 108 euro medi lordi procapite. Come già detto due mesi fa il problema era solo la base di calcolo, per cui i 108 euro potevano divenire qualche euro in più… ma dopo due mesi l’ARAN ha detto che i calcoli non erano ancora stati rifatti!

Questa, in sostanza la situazione. In questa situazione riacquista maggior vigore la nostra iniziativa sui ricorsi perché chiedere SUBITO la corresponsione di quanto stanziato in finanziaria, seppur come acconto di quanto, eventualmente il contratto agenzie dovesse definire è qualcosa che noi proponiamo da tempo, ma che può trovare forza nel disagio in cui il Ministero potrà essere messo da migliaia di ricorsi… al momento sono 5.141 ma stanno crescendo vertiginosamente

Invitiamo tutti, anche i nostri delegati che fin qui si sono dimostrati un po’ scettici sulla questione,  evidentemente un po’ storditi dalle notizie e dalle voci di corridoio che le altre sigle sindacali hanno, artatamente, messo in giro, AD ATTIVARSI IMMEDIATAMENTE raccogliendo ricorsi nel proprio ufficio. Tra l’altro informiamo che, per ogni ricorso oltre il numero di 5.000, il 50% di quanto raccolto sarà versato in beneficenza all’associazione EMERGENCY

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Demanio. Nessuna garanzia, ma tanto gas soporifero

 

Il 1 dicembre c’è stato un incontro nazionale, con Dipartimento Politiche Fiscali ed Agenzie sul problema Demanio.

Questo ci consente una piccola digressione. Parlare con il Dipartimento Politiche Fiscali del problema Demanio è ulteriore conferma della bontà dei ricorsi che abbiamo varato.Infatti il Dipartimento, per bocca del dott. Bovi, ci ha confermato di essere l’interlocutore giusto visto che il personale di cui si discute è ATTUALMENTE PERSONALE DEL DIPARTIMENTO POLITICHE FISCALI DISTACCATO ALL’AGENZIA DEL  DEMANIO.

Questo il resoconto di quanto accaduto nella riunione. Che si commenta da se.

Il DPF, presenti tutti i direttori centrali delle  Agenzie ha premesso che il personale che opterà per le Agenzie Fiscali avrà garanzia di rimanere ma (?) che era meglio non determinare i posti disponibili in anticipo per mantenersi una maggiore disponibilità, che le (nuove) opzioni al 31 gennaio dovevano essere fatte in modo consapevole e che questo doveva essere un accordo importante anche per la mobilità nel comparto Agenzie Fiscali. Detto questo ha presentato questa proposta:

1. All'atto dell'esercizio dell'opzione, il personale dovrà indicare almeno 4 destinazioni ricomprese nel comparto Agenzie Fiscali o in altra P.A.

2. Al personale che opta per il comparto Agenzie fiscali sarà garantita la permanenza nel comparto nel rispetto delle preferenze espresse e secondo criteri predeterminati

3. l'assegnazione del personale alle agenzie sarà effettuata con priorità di sedi presso il comune ove presta servizio, ed a seguire presso la provincia, le province limitrofe e da ultimo nella medesima regione.

4. Per l'assegnazione si terrà conto delle richieste espresse e dell'esigenze di equilibrio dell'organico delle Agenzie di destinazione.

5. Il DPF provvederà, in coordinamento con le Agenzie Fiscali, alla formale assegnazione del personale, compatibilmente con i tempi indicati dall'Agenzia del Demanio per garantire la funzionalità dei propri uffici.

6. Qualora le disponibilità risultassero inferiori alle richieste di opzione, si procederà alla stesura di apposite graduatorie, nell'ambito dell'area di inquadramento corrispondente al posto vacante secondo criteri che comprendono anzianità di servizio, all'età anagrafica e stato di famiglia.

Ci si trova chiaramente di fronte ad una scelta in cui il personale è due volte vittima. Una per la scelta in se, l’altra per il modo in cui tutta questa operazione è stata condotta.  

Nel frattempo, però, abilmente, l’Agenzia del Demanio, con la complicità delle Organizzazioni Sindacali che hanno firmato l’accordo del 5 novembre sul FUA 2002, si compra il silenzio di alcune centinaia di dipendenti ai quali, senza alcuna contrattazione, riconosce a posteriori un lavoro svolto lo scorso anno.

Su questo la nostra organizzazione ha intenzione di fare chiarezza!  

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Entrate. Polivalenza. Formazione e rotazione del personale. Un sistema per smantellare
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Si parla tanto di polivalenza. Per garantire la polivalenza le Agenzie vogliono usare, subdolamente, due istituti che il sindacato, anche RdB, ha sempre chiesto. La formazione del personale e la rotazione dello stesso. Per questo, su entrambi bisogna effettuare una profonda riflessione, che porti, se è il caso, anche ad una modifica, o, comunque, ad una ridefinizione, delle nostre posizioni iniziali.

La polivalenza, è un concetto che troviamo espresso nell’articolo 5, comma 3 del regolamento di amministrazione delle Entrate, che prevede espressamente l’interscambiabilità dei ruoli. Di fatto, un atto interno, che prevarica un già pessimo contratto imponendo nei fatti un nuovo modello di organizzazione del lavoro che il contratto demanda ad una contrattazione che diviene a questo punto semplice ratificazione. E questo sul piano strettamente legalistico/contrattuale. Ma c’è di più. Il concetto di polivalenza è uno strumento attraverso il quale l’Agenzia supera i suoi problemi organizzativi ribaltando sul personale gli oneri di questa operazione. Il personale polivalente può essere utilizzato, a prescindere dal livello di inquadramento economico e giuridico, per fare qualsiasi lavoro dell’ufficio. Nessun riconoscimento, ne attuale ne futuro in cambio di questa disponibilità. Non solo, e citiamo quanto già accaduto alle Poste, dove la figura dell’operatore polivalente è stata, da diversi anni, inserita nel contratto. Avere operatori polivalenti consente di smembrare e polverizzare gli uffici in sportelli sul territorio. Sportelli nei quali il numero del personale viene ridotto in maniera direttamente proporzionale alla interscambiabilità dello stesso. Per questo, oggi, rotazione e formazione, se finalizzate a creare polivalenza, senza garanzie per il futuro, senza adeguati riconoscimenti sul piano economico e giuridico non solo non sono nell’interesse di chi lavora, ma sono dannosi. Per questo come RdB, in assenza di queste garanzie, in assenza di questi riconoscimenti diremo NO a formazione e rotazione. Per questo come RdB, apriremo a breve una vertenza sindacale per mettere in discussione il concetto di polivalenza.

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Territorio. L'accordo sul FUA 2002 dimostra...

Abbiamo firmato solo per senso di responsabilità verso i lavoratori… quante volte sui comunicati abbiamo letto queste parole da parte di quelle organizzazioni sindacali che si avvitano su posizioni indifendibili? Da parte di chi ha contribuito, mascherandosi dietro il merito, a costruire un sistema di retribuzione assolutamente incoerente che discrimina e parcellizza il personale, che procrastina in maniera inaccettabile il pagamento del dovuto e che, dulcis in fundo, è il sistema attraverso il quale le Agenzie non riconoscono nulla sul piano professionale ai loro amministrati. Da parte di chi, alla fine firma gli accordi.

Noi, invece, non abbiamo firmato per il senso di responsabilità verso il lavoratori.

Perché o si costruisce un fronte coerente, magari minoritario all’inizio, oppure le cose non si cambieranno mai. Noi restiamo dell’idea che il sistema delle incentivazioni vada cambiato radicalmente e che non si possono rigettare sul personale le scelte sbagliate di gestione generale che invece fanno Agenzia e sindacati. Una su tutte. Lo scorso anno, relativamente al 2001, ricorderete che la quota destinata al budget di ufficio, utilizzata, tra l’altro, per retribuire le particolari posizioni di lavoro, era €. 7.366.224,72, a quell’importo, insufficiente, si è dovuto aggiungere (e stendiamo un velo pietoso sul come)  €. 1.704.307. Quest’anno sono stati stanziati €. 7.500.000. Così, quest’anno, per il budget di ufficio sono stati stanziati €. 1.570.531 in meno dell’anno precedente… e, per andare sul sicuro, sull’accordo hanno scritto:

ferme restando le somme complessive assegnate ad ogni singolo ufficio, che non potranno in ogni caso essere integrate successivamente” ed ancora “le parti a livello locale valuteranno caso per caso la rispondenza e l’effettività di tali indennità rispetto alla specifica realtà negoziale, utilizzando i singoli importi individuati per il  2001 come limite massimo di riferimento per singolo istituto”.

In sostanza: fatevi bastare quello che c’è, se non ce la fate, rivedete al ribasso il valore della singola indennità! Tutto questo, naturalmente, solo per senso di responsabilità verso i lavoratori. Grazie!  

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Rimini e basta! Il coraggio di dire di no

Abbiamo già avuto modo di ricordare come a Rimini si è aperto un fronte tra lavoratori e RdB da una parte e Agenzia e CGIL, CISL e Uil dall’altra. I lavoratori di Rimini 1, hanno rigettato in blocco l’accordo siglato da CGIL, CISL e UIL che prevedeva, per loro la chiusura dell’Ufficio e la “possibilità” di scegliere se andare a lavorare a Rimini2 che, nel progetto della Direzione Regionale E.R., dovrebbe diventare “ Rimini e basta”,  oppure presso una sezione staccata di quest’ultimo che l’Agenzia intende attivare. Questo quanto i lavoratori, quasi unanimemente, anche a seguito di un’assemblea delle RdB tenuta il 27 novembre u.s., hanno scritto:

"il sottoscritto personale dell'ufficio di Rimini 1 fa presente di non voler partecipare alla procedura di interpello per assegnazione delle unità alla sede di via IV novembre avendo ripetutamente manifestato, unitamente all'ufficio di Rimini 2, il proprio motivato dissenso in ordine al progetto di accorpamento degli uffici locali di Rimini così come elaborato da codesta direzione regionale".

Ora la lotta continua…

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