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Periodicamente
qualche mente brillante pensa di fermare il tempo, riproponendo la
questione della militarizzazione degli spazi doganali. Anche
questo governo ci sta provando. In
una fase storica di globalizzazione, di liberalizzazione dei mercati, di
libera circolazione delle persone e dei mezzi, il governo ha presentato al
Senato una norma che, con la scusa dei controlli antidroga, attribuisce la
facoltà agli ufficiali e sottoufficiali della Guardia di Finanza di
effettuare controlli autonomi sulle persone, sui mezzi di trasporto e
sulle cose. Già
nel 1987, l’allora ministro delle Finanze, il giorno prima di lasciare
l’incarico, aveva introdotto una norma analoga, ma quella volta l’immediata
mobilitazione dei lavoratori, aveva fatto fallire il progetto,
costringendo il ministro subentrante a ritirare quella circolare. Non
è una sterile difesa di ruoli, quella che ci interessa, ma
l’affermazione di un principio che veda in primo piano il diritto dei
cittadini a non essere sottoposti ad analoghi controlli da parte di più
organi. Se
la norma venisse attuata, si potrebbe arrivare, infatti, all’assurdo che
uno stesso cittadino venga controllato prima dalla Dogana, poi, con la
scusa dei controlli antidroga, anche dalla Guardia di Finanza e, chissà,
in un prossimo futuro anche da altre forze di polizia. L’Unione
Europea riconosce esclusivamente la Dogana quale organo di controllo
all’interno degli spazi doganali, non a caso i Funzionari Doganali,
rivestono, oltre a quello di Polizia Tributaria, anche il ruolo di Polizia
Giudiziaria; per cui è tutta italiana l’anomalia che vede attualmente i
militari della GdF ai confini e negli aeroporti, sia pure con il compito
di coadiuvare la dogane. Rivendichiamo
con forza il diritto a non vedere svilita la nostra professionalità. Sappiamo
che il Testo Unico sugli stupefacenti si presta a dubbie interpretazioni,
ma speriamo che l’argomento venga affrontato non come una disputa
bizantina intorno alle norme, ma a un livello politico che tenga conto del
contesto storico e delle indicazioni dell’Unione Europea. Chiediamo a tutti i colleghi la massima mobilitazione, e la disponibilità a innalzare il livello dello scontro perché si ripeta il risultato del 1987, nella consapevolezza che solo attraverso forme di lotta, sarà possibile evitare la militarizzazione delle dogane e la contestuale difesa delle professionalità dei lavoratori. p.
Il Coordinamento Regionale Agenzie Fiscali Calabria Luciano
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