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Entrate. Rotazione del personale

“tutti chilli che stanno a prora vann' a poppa e chilli che stann' a poppa vann' a prora: chilli che stann' a dritta vann' a sinistra e chilli che stanno a sinistra vann' a dritta: tutti chilli che stanno abbascio vann' ncoppa e chilli che stanno ncoppa vann' bascio passann' tutti p'o stesso pertuso: chi nun tiene nient' a ffà, s' aremeni a 'cca e a 'll à".

La rotazione del personale è stata per lungo tempo una rivendicazione delle RdB/CUB. 

Questa dovrebbe consentire al personale che vuole farlo, di non restare ancorato per tutta la sua vita ad un'unica esperienza professionale, anche visto il pessimo sistema di indennità che il contratto ha favorito e che, in taluni casi, garantisce rendite di posizione economica assolutamente sperequate. 

Per questo pensiamo che, con queste finalità, la rotazione del personale debba essere ancora oggi una richiesta del sindacato.

 Ma è chiaro, come ogni medaglia, anche questa ha il suo rovescio. 

La rotazione del personale, deve aver pensato l’amministrazione, serve anche a trasferire sul personale il costo della sua polifunzionalità… ovvero, io ti metto lì, tu impari, io ho personale che sa fare di tutto, gratis e senza riconoscergli nulla dal punto di vista dell’inquadramento giuridico!

 E così, nelle Entrate della Liguria, la rotazione del personale è divenuta un obiettivo (numerico) dei dirigenti… con tutte le conseguenze che possiamo vedere, prima fra tutte l’assoluta incontrollabilità delle procedure!

 Così non va! Se la rotazione, anziché essere un’opportunità per il personale, deve solo essere un metodo per questo o quel dirigente di intascarsi il salario accessorio, se deve essere solo un vantaggio per l’Amministrazione… ALLORA NON SI FA!

Genova, 10 novembre ’03

Esecutivo regionale RdB/CUB PI
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