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A VOLTE RITORNANO GLI INCUBI:

A 10 ANNI DAI LICENZIAMENTI DEL 1993  SI PARLA NUOVAMENTE DI MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORO CHE VERRANNO PERDUTI IN DOGANA!

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Ci riferiamo all’allargamento da 15 a 25 dei paesi facenti parte dell’Unione Europea (con l’entrata della Repubblica Ceca, della Slovacchia, dell’Estonia, dell’Ungheria, della Lettonia, della Lituania, della Polonia, della Slovenia e nel bacino del Mare Mediterraneo di Cipro e Malta) con l’abbattimento, dal 1 Maggio 2004, delle frontiere con questi paesi e l’abolizione di tutte le formalità doganali.  

Fino al 30 Aprile, ossia fino all’ultimo giorno di presenza della frontiera con questi dieci Paesi, il lavoro proseguirà normalmente poi ci sarà la festa del 1° Maggio e poi “l’esubero” ossia il non servire più, il fare a meno del patrimonio di professionalità rappresentato nel nord-est e in tutta Italia di molti degli attuali spedizionieri doganali. 

STIAMO PARLANDO DI MIGLIAIA DI POSSIBILI LICENZIAMENTI CHE PER ORA

 SONO “INVISIBILI” PERCHE’ NON SEMBRA “FARE NOTIZIA” QUESTA REALTA’.

 Noi invece che in Dogana ci lavoriamo in qualità di dipendenti pubblici dell’Agenzia delle Dogane, pur non paventando il licenziamento, ci sentiamo meno sicuri perché non sono ancora chiare le ripercussioni in termini di quantità e qualità del lavoro che quest’apertura delle frontiere creerà.

Crediamo vadano conquistate ora le garanzie di un futuro professionale di chi attualmente lavora in Dogana da privato, vuoi come Doganalista iscritto all’albo della professione o comunque come impiegato della casa di spedizioni, vuoi come dipendente pubblico dell’Agenzia delle Dogane.

 Vogliamo essere chiari: siamo favorevoli alla globalizzazione ma questa deve comportare non solo la libera circolazione per le merci ma anche diritti per tutti gli esseri umani compresi coloro che del lavoro doganale ci vivono e che con l’apertura delle frontiere si trovano senza reddito.

Abbiamo un sogno che ci frulla per la testa ossia che sia possibile creare una comunicazione, una sinergia tra lavoratori privati e pubblici che lavorano in e per la Dogana e che questa possibile unione renda più forti entrambi.

Su una cosa pensiamo si possa essere intransigenti:

VOGLIAMO LE GARANZIE D’UN FUTURO PROFESSIONALE PER CHI

ATTUALMENTE LAVORA IN DOGANA DA PRIVATO O DA DIPENDENTE PUBBLICO.

  Per ottenere questo dobbiamo attuare quelle iniziative sindacali atte a farci diventare “visibili” alla società, al Governo, alla Regione.

 N.b. prestiamo attenzione al fatto che il 1 Maggio 2004 non è poi così lontano!

 Padova, 17/11/03

Associazione Difesa Lavoratori Cobas federata RdB