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sito A.RA.N. |
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17/2/2003 | MINISTERI QUESITI CON RISPOSTA ARAN (AGGIORNATO AL 17 FEBBRAIO 2003) |
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B 1 - I quattro mesi
di servizio attivo necessari per poter usufruire di un secondo periodo di
aspettativa per motivi di famiglia, di cui all'art. 7, comma 2, del CCNL
integrativo del 16 maggio 2001, devono intercorrere tra i due singoli
periodi di aspettativa richiesti o solo dopo che sia stato integralmente
fruito il periodo complessivo massimo di aspettativa, pari a 12 mesi nel
triennio? |
Al riguardo si
osserva che, relativamente all'aspettativa per esigenze personali o di
famiglia, l'art. 7 del CCNL integrativo del 16 maggio 2001 non prevede una
durata minima dell' aspettativa, che di conseguenza può essere richiesta
frazionatamene per periodi di tempo diversi tra loro. |
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B 2 - I quattro mesi
di servizio attivo necessari per poter usufruire di un secondo periodo di
aspettativa per motivi di famiglia, di cui all'art. 7 del CCNL integrativo
del 16 maggio 2001, devono intercorrere anche qualora tali periodi siano
richiesti per l'educazione e l'assistenza dei figli fino al 6° anno di età? |
Il CCNL integrativo
del 16 maggio 2001 ha riordinato la precedente normativa relativa alle
aspettative, anche in considerazione delle novità introdotte dalle legge
n. 53 del 2000. In particolare, è stato regolato il c.d. divieto di
cumulo che, analogamente a quanto previsto nel precedente assetto
pubblicistico, è finalizzato a salvaguardare le esigenze operative delle
amministrazioni, laddove una eccessiva frammentazione delle assenze dei
dipendenti potrebbe ripercuotersi negativamente sull'organizzazione degli
uffici interessati. Per quanto attiene alla problematica oggetto del
quesito, si osserva che dalla lettura dei commi 2 e 5 dell'art. 7 del
citato CCNL risulta chiaramente che, nel caso di fruizione di aspettativa
per motivi personali o di famiglia di cui al comma 1 deve intercorrere un
intervallo minimo pari a quattro mesi di servizio attivo, prima di poter
usufruire di una nuova aspettativa ai sensi dello stesso comma,
indipendentemente dalle finalità per cui tali periodi sono richiesti. |
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B 3 - In quali casi
tra due periodi di aspettativa si applica l'intervallo minimo di sei mesi
di servizio attivo di cui all'art. 8, comma 5, del CCNL integrativo del 16
maggio 2001? |
L'art. 8 del CCNL in
questione, al comma 5, prevede che i periodi di aspettativa per motivi di
famiglia ovvero per la cooperazione con i paesi in via di sviluppo non
possono essere cumulati con l'aspettativa per dottorato di ricerca e con
quella per il raggiungimento del coniuge all'estero. Tale comma, inoltre,
indica il termine minimo di servizio attivo che in ogni caso deve essere
rispettato. In particolare per poter usufruire delle aspettative
per partecipare a corsi di dottorato o ricerca o per raggiungere il
coniuge che presta servizio all'estero occorre effettuare almeno 6 mesi di
servizio attivo. Il rispetto dell'intervallo è quindi prescritto sia in
prima istanza, sia nel caso si richieda un secondo periodo allo stesso
titolo. |
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B 4 - Qualora un
dipendente vincitore di concorso pubblico presso altra pubblica
amministrazione debba sottoporsi ad un periodo di prova superiore ai sei
mesi, è possibile prorogare l'aspettativa di cui all'art. 7, comma 8,
lett. a) del CCNL integrativo del 16 maggio 2001? |
Il contratto
integrativo del 16 maggio 2001, all'art. 7, comma 8, lett. a), ha
modificato la precedente disciplina che, nel caso di vincita di un
pubblico concorso, concedeva un periodo di aspettativa pari all'intera
durata del periodo di prova, introducendo un limite massimo di 6 mesi. La ratio
della norma si fonda sulla considerazione che l'eccessiva dilatazione di
tale arco temporale potrebbe avere ricadute negative sull'amministrazione
di provenienza che si troverebbe nella impossibilità di provvedere, in
via definitiva, alla copertura del posto vacante. In tale logica non
appare dunque possibile concedere ulteriori proroghe. |
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B 5 - L'aspettativa
richiesta per l'educazione e l'assistenza dei figli fino al sesto anno di
età è valutabile ai fini dell'anzianità di servizio? |
Al riguardo occorre
osservare che, l'art. 7 del CCNL integrativo del 16 maggio 2001, prevede
che l'educazione e l'assistenza dei figli fino al sesto anno di età è
una delle motivazioni per cui può essere richiesta l'aspettativa per
motivi di famiglia. |
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B 6 - Come va
computato il periodo di diciotto mesi di assenza per malattia ai fini
della conservazione del posto di lavoro, secondo quando previsto dall'art.
21, comma 1, del CCNL del 16 maggio 1995? |
In proposito va
sottolineato che il predetto art. 21, nel prevedere il diritto alla
conservazione del posto, stabilisce soltanto il criterio generale che, ai
fini della maturazione del periodo diciotto mesi, "si sommano tutte
le assenze per malattia intervenute nei tre anni precedenti all'episodio
morboso in corso". |
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B 7 - Come deve
essere computato e da quando decorre l'ulteriore periodo di diciotto mesi
non retribuiti previsti dal comma 2 dell'art. 21 del CCNL del 16 maggio
1995? Tale periodo è frazionabile? |
Al riguardo si
precisa che l' ulteriore periodo temporale concesso al lavoratore che ne
faccia richiesta, con le modalità previste dal CCNL, va calcolato a
decorrere dal termine dei primi diciotto mesi di assenza per malattia. |
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B 8 -
L'amministrazione può richiedere la visita medica prima del decorso dei
18 mesi non retribuiti, di cui all'art. 21, comma 4 del CCNL del 16 maggio
1995? |
La norma che prevede
la possibilità di concessione degli ulteriori 18 mesi non retribuiti è
essenzialmente preordinata alla tutela del dipendente, al fine di
conservare allo stesso il posto di lavoro fino alla completa guarigione.
In tal senso, una volta concesso l'ulteriore periodo di assenza,
l'amministrazione non può procedere all'accertamento delle sue condizioni
di salute prima del termine previsto dall'art. 21, comma 4.
L'anticipazione può invece venire richiesta dal lavoratore. |
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B 9 - E' possibile
frazionare il trattamento di malattia previsto dall'art. 21 del CCNL del
16 maggio 1995 ed in particolare è possibile programmare tale istituto
per l'intero anno, al fine di seguire delle terapie mediche? |
In via preliminare va
chiarito che, ai sensi del citato CCNL sottoscritto in data 16 maggio
1995, l'assenza per malattia non è in alcun modo programmabile nel tempo
né frazionabile ad ore nell'arco della giornata. |
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B10 - Per procedere
alla risoluzione del rapporto di lavoro ai sensi dell'art. 21, comma 4 del
CCNL del 16 maggio 1995, è necessario attendere il superamento del
periodo di comporto? |
In proposito occorre
osservare che la ratio della norma risiede nell'esigenza di
tutelare il dipendente nel periodo in cui lo stesso è affetto da malattia
al fine di garantirgli la conservazione del posto di lavoro fino alla sua
guarigione che gli consentirà il rientro in servizio. |
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B11 - La decurtazione
dell'indennità di amministrazione per le malattie di durata inferiore ai
15 giorni deve essere effettuata per il periodo di assenza successivo al
ricovero in day hospital? |
In proposito si
osserva che l'art. 21, comma 7, lett. a) del CCNL sottoscritto il 16
maggio 1995 prevede che l'indennità di amministrazione compete per intero
al verificarsi di determinate condizioni tra cui il ricovero ospedaliero e
il successivo periodo di convalescenza post ricovero. Il CCNL integrativo
del 22 ottobre 1997, all'Allegato A, punto 5, lettera d), nel chiarire che
"il caso di ricovero ospedaliero si riferisce anche al ricovero in
day hospital", amplia la casistica di una delle due fattispecie,
quella del ricovero, estendendo la particolare tutela, oltre al caso di
ospedalizzazione, che comporta una permanenza continuativa nella struttura
sanitaria, anche all'ipotesi di day hospital, che, per sua natura,
richiede l'effettuazione di particolari cure e terapie, che possono avere
al massimo la durata di una giornata. |
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B12 - Come vanno
considerate le assenze dovute alle gravi patologie di cui all'art. 6,
comma 1, del CCNL integrativo del 16 maggio 2001, insorte precedentemente
alla data di entrata in vigore del contratto ed in corso a tale data? |
In merito si premette
che, in mancanza di diverse indicazioni, il contratto entra in vigore il
giorno successivo alla sottoscrizione, in base alla regola generale
prevista dall'art. 2, comma 2 del CCNL 19 febbraio 1999 di cui esso è
"integrativo". |
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B13 - La disciplina
per le particolari patologie di cui all'art. 6 del CCNL del 16 maggio
2001, relativamente all'esclusione dei giorni di assenza dal computo del
periodo massimo di conservazione del posto, si applica anche ad altri
periodi di assenza connessi alle terapie salvavita? |
Circa la possibilità
di poter escludere dal computo delle assenze per malattia ai fini del
raggiungimento del periodo massimo di conservazione del posto, oltre ai
giorni utilizzati per le terapie salvavita in caso delle particolari
patologie previste dal citato art. 6, anche quelli relativi agli eventuali
periodi di convalescenza, occorre precisare che la particolare tutela
contrattuale si riferisce non a tutte le giornate di assenza dovute a
patologie di particolare gravità, ma solo a quelle relative ai casi di
ricovero ospedaliero e di day-hospital, o comunque utilizzate per
l'effettuazione delle citate terapie salvavita. |
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B14 - Qual'è la
certificazione medica richiesta per il riconoscimento della disciplina
delle particolari patologie di cui all'art. 6, comma 1, punto 7/bis del
CCNL del 16 maggio 2001? In particolare è da ritenersi indispensabile la
certificazione rilasciata dalla competente Azienda sanitaria ovvero dalla
Struttura convenzionata oppure può essere considerato sufficiente il
certificato del medico di famiglia? |
Al riguardo si
ritiene che la precisazione contenuta all'art. 6, comma 1, punto 7/bis del
CCNL del 16 maggio 2001 non sia casuale ed è strettamene connessa alla
disciplina più favorevole di cui trattasi, che avendo carattere
derogatorio rispetto al sistema ordinario, richiede conseguentemente una
specifica documentazione da parte delle strutture sanitarie citate nel
suindicato art. 6, da cui emerga chiaramente che la condizione morbosa è
assimilabile ad una patologia grave, per la quale è necessaria
l'effettuazione di terapie salvavita. L'assenza dal servizio sarà poi
giustificata di volta in volta dalla struttura o dal medico che fornisce
le singole prestazioni secondo quanto previsto dalla normativa vigente. |
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B15 - La totale
remunerazione delle assenze necessarie, in caso di gravi patologie, per
sottoporsi a terapie salvavita, di cui all'art. 6, comma 1, punto 7-bis,
del CCNL integrativo del 16 maggio 2001, compete anche qualora il periodo
di assenza sia inferiore a 15 giorni? |
Relativamente ai
periodi di assenza dovuti a ricovero in ospedale o in day-hospital ovvero
necessari per sottoporsi a terapie salvavita, il CCNL integrativo del 16
maggio 2001, all'art. 6, comma 1, punto 7 bis, deroga la normale
disciplina delle assenze per malattia contenuta nell'art. 21 del CCNL del
16 maggio 1995. In particolare tali periodi sono esclusi dal computo dei
giorni di assenza per la conservazione del posto, di cui al primo comma
del citato art. 21, e sono in ogni caso interamente retribuiti,
indipendentemente dalla durata del periodo di assenza. Non rientrano nella
fattispecie in esame i giorni di assenza connessi o consequenziali alle
terapie stesse, come ad esempio i giorni di convalescenza o quelli per
visite di controllo. |
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B16 - Come si
conciliano gli aspetti di tutela della privacy con la più dettagliata
documentazione medica richiesta dall'art. all'art. 6, comma 1, punto 7/bis
del CCNL del data 16 maggio 2001? |
Per quanto attiene
agli aspetti relativi alla "privacy", occorre precisare che la
più dettagliata documentazione richiesta ai fini dell'applicazione della
disciplina più favorevole introdotta dal CCNL del 16 maggio 2001 relativa
alle particolari patologie trova la sua giustificazione logica nella
maggiore tutela, sotto il profilo economico, prevista dalla norma
contrattuale, che può essere assicurata solo sulla base di una esauriente
certificazione medica che attesti la presenza delle condizioni indicate
dal CCNL medesimo. |
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B17 - Quali sono le
tutele per il personale affetto da T.B.C.? |
Per quanto attiene al
personale affetto da T.B.C., l'art. 9 della legge 1088/1970, come
modificata dalla legge 6.8.1975, n. 419, prevede una particolare
disciplina, confermata e, peraltro, ulteriormente chiarita da una
consolidata giurisprudenza. La suindicata normativa, infatti, stabilisce
come disposizione di maggior favore per tali dipendenti, la conservazione
del posto fino a sei mesi dopo la dismissione dal luogo di cura per
avvenuta guarigione o per stabilizzazione della forma morbosa, quindi
oltre i termini previsti dagli artt. 21 e 22 del CCNL del 16 maggio 1995. |
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B18 - Come va
considerata l'assenza di un dipendente che durante l'orario di servizio
sia colpito da un malessere e quindi costretto a lasciare la sede di
lavoro? |
Sulla problematica
oggetto del quesito è intervenuto il CCNL integrativo del 16 maggio 2001,
il quale, all'art. 6, il comma 7 quinquies, ha introdotto specifiche
disposizioni che regolano il caso di malattia insorta durante l'orario di
lavoro, a seguito della quale il dipendente sia costretto a lasciare la
sede di lavoro. a)
La giornata non sarà considerata assenza per malattia se la relativa
certificazione medica ha decorrenza dal giorno successivo a quello della
parziale prestazione lavorativa. In tale evenienza, il dipendente, ai fini
del completamento dell'orario, recupererà le ore non lavorate
concordandone i tempi e le modalità con il dirigente, anche ai sensi
dell'art. 20 del CCNL del 16.5.95. |
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C 1 - I primi trenta
giorni di congedo parentale (ex astensione facoltativa) interamente
retribuiti, di cui all'art. 10, comma 2, lett. c), del CCNL integrativo
del 16 maggio 2001, se non fruiti nel primo anno, possono essere
utilizzati entro gli otto anni di vita del bambino, conservando il diritto
alla retribuzione al 100%? |
La disciplina di
maggior favore relativa all'istituto del congedo parentale contenuta nel
contratto si muove pur sempre nella cornice legale dell'art. 34 del d.
lgs. 151/2001 e, quindi, non modifica le condizioni generali ivi previste
per l'erogazione del trattamento economico. |
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C 2 - Il personale
dipendente che fruisce delle due ore di riduzione oraria per allattamento
può svolgere lavoro straordinario? |
In merito si osserva
che tale eventualità è strettamente correlata all'articolazione oraria
scelta dalla lavoratrice. In particolare, laddove quest'ultima chieda di
usufruire dei periodi di riposo previsti dall'art. 39 del d. lgs. 151/2001
all'inizio o durante il proprio orario di lavoro giornaliero, nulla vieta
che essa possa prestare lavoro straordinario. |
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C 3 - In caso di
fruizione di congedo parentale retribuito al 30% maturano le ferie e la
tredicesima mensilità? |
Al riguardo occorre
precisare che il comma 2, lett. c) dell'art. 10 del CCNL integrativo del
16 maggio 2001 ha derogato l'art. 7, comma 5, della legge 1204/1971, oggi
confluito nell'art. 34 del d. lgs. 151/2001, esclusivamente per quanto
attiene i primi 30 giorni di congedo parentale, i quali sono interamente
retribuiti e calcolati ai fini delle ferie e della tredicesima mensilità. |
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D 1 - Quali sono le
modalità di fruizione delle cure termali per mutilati e invalidi di
guerra o per servizio alla luce della abrogazione dell'istituto del
congedo straordinario? |
Con il CCNL del 16
maggio 1995 si è determinato il superamento dell'istituto del congedo
straordinario e dell'aspettativa per infermità. e l'art. 43 dello stesso
CCNL ha disapplicato il comma 25 dell'art.22 della legge 724/1994. Tale
disapplicazione, nell'intenzione delle parti stipulanti il CCNL, non
comporta l'esclusione per il personale mutilato o invalido di guerra o per
servizio dal diritto alle cure richieste dallo stato di invalidità,
comprese le cure termali, elioterapiche, climatiche e psammometriche.
L'interessato può infatti fare ricorso all'istituto delle assenze per
malattia di cui all'art. 21 del citato CCNL, così come integrato
dall'art. 6 del CCNL integrativo del 16 maggio 2001. |
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E 1 - A quanti giorni
di ferie ha diritto un lavoratore già dipendente, assunto presso altra
amministrazione pubblica a seguito di concorso? |
L'art. 16 del CCNL
del 16 maggio 1995 prevede che ai dipendenti neoassunti, per i primi tre
anni di servizio, competono 30 giorni di ferie, ovvero 26 laddove l'orario
settimanale sia distribuito su cinque giorni alla settimana. |
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E 2 - In caso di
impossibilità di fruizione, per motivi di servizio, della festività del
Santo patrono è possibile richiedere il riposo compensativo? |
Nel caso prospettato
e cioè il mancato godimento per motivi di servizio della festività del
santo Patrono, la ricorrenza deve essere fruita come riposo compensativo
in altri giorni lavorativi. |
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H 1 - Può
un'organizzazione sindacale territoriale o la RSU richiedere
l'interpretazione autentica delle disposizioni contenute nei contratti
collettivi nazionali? |
Le organizzazioni
territoriali e la RSU non possono chiedere l'interpretazione delle
disposizioni contrattuali contenute nei contratti collettivi nazionali. |
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H 2 - E' possibile,
sulla base di accordi avvenuti in sede di contrattazione integrativa di
amministrazione, attivare un successivo tavolo contrattuale per centri di
costo? |
In merito si premette
che l'interpretazione degli accordi compete alle parti che li hanno
sottoscritti, di conseguenza, nel caso del contratto integrativo di
amministrazione, è la stessa amministrazione a doverne chiarire il
contenuto. -
a livello di singola amministrazione, con i soggetti di cui all'art. 8,
comma 1 del medesimo CCNL (ossia con le organizzazioni sindacali di
categoria firmatarie del CCNL di comparto); Il contratto, dunque,
definisce le sedi di contrattazione integrativa di secondo livello sulla
base delle mappature a suo tempo fatte da ciascuna amministrazione per le
elezioni delle RSU e non sul criterio che tale sede sia centro di costo
essendo questo un fatto esclusivamente organizzativo. |
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H 3 - Per la validità
di un contratto integrativo di amministrazione occorre che le
organizzazioni sindacali firmatarie abbiano una rappresentatività almeno
del 51%? |
In relazione al
quesito si premette che l'art. 43, comma 3 del d.lgs. n. 165/2001, prevede
che, ai fini della sottoscrizione dell'ipotesi di accordo, l'ARAN è
tenuta a verificare preventivamente che le organizzazioni sindacali
firmatarie rappresentino, nel loro complesso, almeno il 51% come media tra
dato associativo o dato elettorale nel comparto, oppure almeno il 60% del
dato elettorale nel medesimo ambito. |
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H 4 - I provvedimenti
attinenti ad atti individuali di trasferimento sono oggetto di
informazione preventiva o successiva oppure di consultazione? |
I trasferimenti
all'interno della medesima amministrazione, intesi come modifica della
sede di lavoro dei dipendenti, costituiscono una manifestazione del potere
direttivo del datore di lavoro pubblico, il quale nell'attività di
gestione volta ad assicurare la funzionalità degli uffici assegnati alla
sua responsabilità, gode della piena autonomia decisionale che gli viene
espressamente riconosciuta dall'art. 5 del d.lgs. n. 165 del 2001. |
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H 5 - Nell'ambito
dell'informazione successiva, le OO.SS. possono avere la documentazione
relativa ai nominativi dei dipendenti che hanno svolto prestazioni di
lavoro straordinario, con l'indicazione delle relative ore effettuate? |
Al riguardo, per
quanto di competenza, occorre considerare che nel sistema di relazioni
sindacali delineato dal d.lgs. n. 165/2001, l'informazione si configura
come una modalità relazionale volta a far conoscere alle organizzazioni
sindacali, nel quadro di un trasparente e costruttivo il confronto tra le
parti, l'attività gestionale svolta dall'amministrazione nell'esercizio
del proprio potere di organizzazione. |
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F 1 - E' possibile
articolare l'orario di lavoro in turnazioni di 12 ore in relazione a
particolari attività? |
In proposito sembra
utile rappresentare che, ai sensi dell'Accordo riguardante le
"Tipologie degli orari di lavoro", del 12 gennaio 1996, la
turnazione serve a garantire la copertura massima dell'orario di servizio
giornaliero, per cinque, sei o sette giorni, in relazione a specifiche e
ben circoscritte funzioni e che a tale articolazione dell'orario di lavoro
si fa ricorso qualora le modalità ordinarie di orario non siano
sufficienti a coprire le esigenze del servizio. |
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F 2 - Il personale
che svolge le turnazioni come articolazione dell'orario di lavoro basata
su sessioni di lavoro di 12 h con successivo riposo di 24 h, ha diritto
all'indennità di turno? |
In via preliminare
occorre rappresentare che l'Accordo riguardante le "Tipologie degli
orari di lavoro" del 12 gennaio 1996, prevede che le turnazioni
costituiscono una particolare modalità di effettuazione dell'orario di
lavoro, in quanto il ricorso alle stesse è possibile solo qualora le
altre tipologie di orario non siano sufficienti a coprire le esigenze di
servizio. |
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F 3 - E' possibile
considerare tempo di lavoro, ai sensi dell'art. 4 dell'Accordo sulle
'Tipologie di orario di lavoro', anche il tempo occorrente per raggiungere
il luogo di lavoro per personale comandato in missione ? |
Il secondo comma
dell'art. 4 dell'Accordo sulle "Tipologie di orario di lavoro"
del 12 gennaio 1996 si riferisce soltanto a specifiche situazioni in
relazione alle quali il dipendente è tenuto a recarsi in luoghi di lavoro
diversi dalla sua sede principale di servizio, ma comunque sempre
nell'ambito territoriale della stessa, per motivi connessi all'attività
lavorativa. |
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F 4 - Come è
possibile realizzare la riduzione dell'orario di lavoro a 35 h
settimanali, ai sensi dell'art. 25 del CCNL del 16 febbraio 1999? |
La riduzione
dell'orario di lavoro a 35 ore settimanali può realizzarsi alle
condizioni previste dall'art. 25 del CCNL 16.2.1999 e, precisamente,
soltanto qualora il relativo costo sia fronteggiato con una proporzionale
riduzione di lavoro straordinario oppure con stabili modifiche degli
assetti organizzativi che portano all'autofinanziamento dell'istituto in
questione. |
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F 5 - E' possibile
concedere al personale in servizio di reperibilità in giornate festive,
un riposo compensativo sia che venga chiamato ad intervenire sia che
rimanga nello stato di attesa? |
L'Accordo sulle
"Tipologie degli orari di lavoro" del 12 gennaio 1996
stabilisce, all'art. 8, comma 5, che il diritto al riposo compensativo
spetta soltanto quando il dipendente incaricato della reperibilità è
chiamato a prestare la propria attività lavorativa nella giornata festiva
e qualora lo stesso ne faccia esplicita richiesta, in alternativa al
trattamento economico spettantegli per il lavoro straordinario. |
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F 6 - I permessi per
i figli con handicap grave di cui agli artt. 42 e 43 del d.lgs. 151/2001 e
più in generale i permessi previsti dall'art. 33, comma 3, della legge
104/92, riducono le ferie e la tredicesima mensilità? |
In proposito si
rappresenta che l'art. 18, comma 6, del CCNL del 16 maggio 1995 introduce
una norma di maggior favore ed in particolare prevede che i permessi di
cui all'art. 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, non
riducono le ferie, mentre per quanto attiene alla tredicesima mensilità,
nulla innova rispetto alle disposizioni legislative, che quindi continuano
ad essere applicate anche al personale del comparto dei Ministeri con
conseguente decurtazione proporzionale della mensilità in parola. |
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F 7 - Le 150 ore di
permesso retribuito per motivi di studio vanno proporzionate in relazione
ai mesi residui dell'anno solare? |
L'art. 13 del CCNL
integrativo del 16 maggio 2001 prevede, nei casi e con le procedure in
esso dettagliatamente indicate , la concessione di "…permessi
retribuiti nella misura massima di 150 ore individuali per ciascun
anno…" |
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F 8 - In caso di
part-time orizzontale occorre proporzionare le 150 h di permesso
retribuito per motivi di studio previste dall'art. 13 CCNL integrativo del
16.5.2001 alla quota oraria? |
Nel merito in CCNL
non ha disciplinato esplicitamente la problematica. Nel caso di specie
tenuto conto che il permesso in oggetto, al contrario della maggior parte
delle fattispecie dei permessi retribuiti previsti dai CCNL, viene
computato ad ore e non a giorni, sembrerebbe logico proporzionare il
previsto monte ore annuale alla percentuale di part-time del singolo
lavoratore. |
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F 9 - I corsi-master
organizzati per studenti laureati dalle università italiane che abbiano
come obiettivo formativo l'acquisizione di specifiche capacità
professionali possono essere equiparati ai corsi post-universitari, anche
qualora la loro durata sia inferiore all'anno solare? |
Sull'argomento si
osserva che l'art. 13 del CCNL integrativo del 16 maggio 2001 prevede che
i permessi retribuiti ivi previsti possono essere concessi per la
partecipazione a tutti i corsi che rilascino un titolo di studio legale,
ovvero attestati di qualifica professionale riconosciuti dall'ordinamento
pubblico, la cui durata corrisponda al corso legale di riferimento. E'
invece demandata alla contrattazione integrativa l'individuazione di
ulteriori tipologie di corsi che abbiano durata almeno annuale nonché le
altre caratteristiche indicate nel citato art. 13, comma 2, ultimo
periodo. |
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F10 - Quali sono le
modalità di fruizione dei tre giorni di permesso retribuito previsto
dall'art. 18 del CCNL del 16 febbraio 1995, come sostituito dall'art. 9
del CCNL del 16 maggio 2001? |
L'art. 9 del CCNL del
16 maggio 2001 nel confermare i tre giorni di permesso retribuito
nell'anno per motivi familiari o personali, chiarisce che tali giorni
possono essere fruiti sia a giornata intera, a prescindere
dall'articolazione dell'orario giornaliero di servizio, sia, in
alternativa, in modo frazionato per un numero massimo di 18 ore annue. Il
CCNL medesimo precisa, altresì, che le due modalità non sono tra loro
cumulabili. |
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I 1 - Nel caso in cui
un contratto collettivo nazionale modifichi clausole contenute in
precedenti contratti, quale disciplina si applica alle situazioni già
instaurate e non ancora concluse al momento dell'entrata in vigore del
nuovo contratto? |
Al riguardo si
rappresenta che la regola generale di cui all'art. 2, comma 2, del CCNL
del 16 febbraio 1999, prevede che l'efficacia giuridica delle disposizioni
contenute nei contratti collettivi nazionali di lavoro, decorrano dal
giorno successivo alla data di sottoscrizione degli stessi, a meno che non
sia espressamente definita nel contratto una data diversa. |
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I 2 - Le disposizioni
contenute all'art. 34, comma 4, del CCNL integrativo sottoscritto il 16
maggio 2001, relative alla cessazione dell'efficacia delle norme generali
e speciali ancora vigenti ed espressamente applicabili anche al personale
del comparto dei Ministeri, è riferibile anche alle norme del d.lgs.
165/2001? |
Al riguardo occorre
precisare che la clausola in questione si riferisce, in particolare, a
tutte le norme generali e speciali del pubblico impiego vigenti alla data
del 13 gennaio 1994 e non abrogate, secondo quanto previsto dall'art. 69,
comma 1, del d.lgs. n. 165 del 2001, nonché a quelle contemplate
dall'art. 2, comma 3 del medesimo decreto. |
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I 3 - Quali sono i
documenti che devono essere conservati nel fascicolo personale, ai sensi
dell'art 17, comma1, del CCNL integrativo sottoscritto il 16 maggio 2001? |
Il CCNL integrativo
sottoscritto il 16 maggio 2001 nel riportare a disciplina contrattuale la
precedente normativa, ha superato la precedente elencazione tassativa
contenuta nell'art. 24 del D.P.R. n. 686/1957, pur precisando che il
fascicolo personale contiene tutti gli atti e documenti attinenti
all'attività svolta dal lavoratore ed ai fatti più significativi che lo
riguardano. |
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L 1 - Come vanno
calcolati nelle dotazioni organiche i contingenti destinati al personale
con rapporto di lavoro a tempo parziale? |
In proposito, si fa
presente che le disposizioni del CCNL del 16 febbraio 1999, come
modificato dal CCNL integrativo del 16 maggio 2001, hanno inteso adeguare
la disciplina contrattuale del part-time ai provvedimenti legislativi
vigenti. |
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L 2 - Il personale in
part-time al 50% può svolgere una attività lavorativa extraistituzionale
presso un'altra pubblica amministrazione? Qual è il significato della
clausola contenuta nell'art. 21, comma 6 del CCNL del 16 febbraio 1999? |
In merito al quesito
proposto, appare inequivocabile che la vigente normativa legislativa e
contrattuale consente al personale con rapporto di lavoro a tempo parziale
la possibilità di svolgere un'altra attività lavorativa e professionale
sia dipendente che autonoma, anche mediante l'iscrizione ad albi
professionali: l'unico limite è costituito dall'accertata sussistenza di
un conflitto di interessi tra l'attività esterna del dipendente e quella
specifica di servizio. |
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L 3 - In caso di
part-time verticale, come vanno conteggiati i periodi di assenza per
congedo parentale (ex astensione facoltativa)? |
L'art. 23, comma 11, del CCNL integrativo del 16 maggio 2001, prevede
che "il permesso per matrimonio, l'astensione facoltativa, i permessi
per maternità e i permessi per lutto, spettano per intero solo per i
periodi coincidenti con quelli lavorativi,…".
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L 4 - In caso di
personale con rapporto di lavoro parziale di tipo verticale, come deve
essere effettuato il computo dei giorni di assenza per malattia
finalizzato ad un'eventuale decurtazione dell'indennità di
amministrazione? In particolare, cosa accade quando il dipendente presenta
due certificati consecutivi per i soli giorni in cui era dovuta la
prestazione lavorativa? |
Relativamente alla problematica oggetto del quesito occorre osservare,
in via preliminare, che, per quanto attiene all'indennità di
amministrazione, l'art. 21, comma 7, lett. a) del CCNL del 16 maggio 1995,
come modificato dal CCNL integrativo del 16 maggio 2001, dispone che
qualora il periodo di assenza per malattia sia pari o superiore a 15
giorni di calendario, detta indennità compete per intero. |
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L 5 - In caso di
personale con rapporto di lavoro part-time, sia orizzontale che verticale,
i tre giorni di permesso di cui all'art. 33, comma 3, della legge 104/1992
devono essere riproporzionati o competono sempre per intero? |
In merito si precisa
che la disciplina è diversa a seconda del tipo di articolazione oraria
della prestazione lavorativa. In particolare: -
per il personale in part-time orizzontale il beneficio compete per intero; |
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M 1 - E' possibile
corrispondere la retribuzione individuale di anzianità (RIA) al personale
riammesso in servizio ai sensi dell'art. 15 del CCNL integrativo del 16
maggio 2001? |
In proposito occorre
osservare che la cessazione dal servizio implica l'interruzione di
qualsiasi rapporto tra il dipendente e l'Amministrazione e,
conseguentemente, la successiva riammissione si configura come una
assunzione ex novo. Per tale motivo non sembra possibile potersi
riconoscere al dipendente riammesso l'anzianità pregressa, neanche sotto
il profilo degli eventuali trattamenti economici ad essa collegati. |
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M 2 - L'art. 15 del
CCNL integrativo del 16 maggio 2001, ha limitato la portata dell'istituto
della riammissione rispetto all'art. 132 del T.U. n. 3 del 1957? Ed è
possibile riammettere in servizio un dipendente cessato
dall'Amministrazione per mobilità o passaggio ad altre amministrazioni,
ecc..? |
In via preliminare
occorre precisare che il citato art. 15, nel ridefinire l'istituto della
ricostituzione del rapporto di lavoro, ha in effetti ridotto , rispetto
all'art. 132 del T.U. n. 3 del 1957, le ipotesi per le quali è possibile
riammettere in servizio un dipendente che ha interrotto il rapporto di
lavoro, limitandone l'applicazione solo ai casi di dimissioni o di
risoluzione per motivi di salute. In proposito la scelta contrattuale si
fonda sulla circostanza che le altre motivazioni contenute nel citato T.U.
rientrano nelle ipotesi di recesso da parte dell'amministrazione e che,
pertanto, sembrerebbe illogico ipotizzare che un' amministrazione dopo
aver risolto il rapporto di lavoro con un dipendente, pervenga alla
determinazione di riammetterlo in servizio. Ciò soprattutto nei casi in
cui si ravvisano anche gli estremi per l'applicazione delle sanzioni
disciplinari (ad es. mancato rientro in servizio senza giustificato motivo
entro il termine prefissato). |
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M 3 - Qual' è
l'effettiva portata della clausola che prevede che 'il periodo di
preavviso è computato nell'anzianità a tutti gli effetti' contenuta
nell'art. 28/ter del CCNL del 22 ottobre 1997? |
In via preliminare
occorre precisare che l' istituto in questione è rivolto alla tutela
della parte che subisce il recesso consentendo al datore di lavoro, in
caso di dimissioni del dipendente, la rapida sostituzione dello stesso ed
al dipendente, in caso di licenziamento, la possibilità di cercarsi un
altro lavoro. La formula " è computato ….. a tutti gli
effetti" sancisce, pertanto, la piena efficacia del preavviso sotto
il profilo giuridico ed economico, in quanto dallo svolgimento dello
stesso scaturiscono tutti gli effetti derivanti da un qualsiasi periodo di
attività lavorativa ( ad es. 13^ma mensilità, ferie, trattamento
pensionistico, nonché gli altri emolumenti fissi e ricorrenti, ove
spettanti). |
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M 4 - In caso di
risoluzione del rapporto di lavoro per assoluta e permanente inabilità a
qualsiasi proficuo lavoro, al dipendente spetta l' indennità di
preavviso? |
L'art. 21 del CCNL
del 16 maggio 1995 , ai fini della risoluzione del rapporto di lavoro,
prende in considerazione sia il superamento dei limiti massimi di
conservazione del posto (ivi compresi i diciotto mesi non retribuiti) che
il sopraggiunto accertamento della totale inabilità fisica da parte
dell'organismo sanitario a ciò preposto. Tale accertamento può
intervenire, ove il dipendente lo richieda, in qualunque momento e,
quindi, anche nei primi diciotto mesi di conservazione del posto oppure
prima del superamento dei limiti massimi del periodo di comporto. 1)
inoltrare domanda per fruire di un ulteriore periodo di assenza di
diciotto mesi non retribuiti per casi particolarmente gravi; Nel caso in questione
il dipendente ha attivato questa seconda possibilità, a seguito della
quale il collegio medico competente ha espresso il parere di inabilità
assoluta e permanente a qualsiasi lavoro. |
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M 5 - L'indennità
sostitutiva del preavviso deve essere attribuita anche al personale che a
domanda chieda di essere sottoposto ad accertamenti sanitari per
verificare i presupposti di inabilità al proficuo lavoro? |
In ordine a tale
problematica si premette che la norma contrattuale (art. 21 del CCNL del
16 maggio 1995), che si muove nell'ambito della finalità di fondo
rappresentata dall'esigenza di tutela del lavoratore in presenza di
malattia, ha voluto solo escludere che, in caso di malattia debitamente
certificata, l'amministrazione potesse disporre autonomamente
l'accertamento prima dello scadere dei 18 mesi. |
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M 6 - E' dovuta
l'indennità sostitutiva del preavviso al dipendente deceduto prima del 22
ottobre 1997? |
Si premette che la
disciplina relativa all'istituto dei termini di preavviso, di cui all'art.
28 del CCNL del 16 maggio 1995, è stata sostituita dall'art. 28 ter
introdotto dal CCNL integrativo del 22 ottobre 1997, che al comma 8 ha
previsto, in caso di decesso del dipendente, l'obbligo per
l'amministrazione di corrispondere agli aventi diritto l'indennità
sostitutiva del preavviso. |
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M 7 - Cosa accade se
il periodo di preavviso non è interamente rispettato, ma il rapporto di
lavoro viene risolto prima dei termini stabiliti? |
Occorre precisare che
nel caso in cui una delle parti, pur avendo stabilito il periodo di
preavviso, decida di non rispettarne il termine e di risolvere
anticipatamente il rapporto di lavoro, la parte di preavviso
"lavorato" è utile a tutti gli effetti, mentre, per il restante
periodo, la parte che risolve il rapporto di lavoro senza l'osservanza dei
termini è tenuta a corrispondere all'altra un'indennità pari all'
importo della retribuzione spettante per il mancato preavviso, secondo
quanto previsto dal comma 4 dell' art. 28/ter del CCNL integrativo del 22
ottobre 1997. |
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O 1 - E' corretto
procedere alla trasposizione automatica dalle qualifiche funzionai ex L.
312/1980 alle posizioni economiche del nuovo ordinamento professionale, di
cui all'art. 16 del CCNL del 16 febbraio 1999, sulla base della Tabella B
di corrispondenza allegata al medesimo CCNL e senza tener conto delle
mansioni di fatto svolte? |
L'art. 16 del CCNL
del 16 febbraio 1999, nel disciplinare le modalità di passaggio tra il
vecchio e il nuovo ordinamento professionale, stabilisce che, all'entrata
in vigore del CCNL medesimo, il personale in servizio è inquadrato nel
nuovo sistema di classificazione con effetto automatico mediante
l'attribuzione dell'area e della posizione economica secondo la tabella B
– ivi allegata- che stabilisce l'esatta corrispondenza tra le qualifiche
funzionali ex legge n. 312 del 1980 e le nuove posizioni economiche. |
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O 2 - E' possibile
inquadrare nella posizione economica C3 il personale assunto a seguito di
corso concorso nella ex. VIII q.f. - posizione economica C2? |
In via preliminare va
fatto osservare che, il personale in servizio alla data di entrata in
vigore del CCNL del 16 febbraio 1999, è inserito nel nuovo sistema di
classificazione con effetto automatico dalla stessa data, mediante
l'attribuzione dell'area e della posizione economica, secondo la tabella
di corrispondenza B, senza incremento di spesa (art. 16, comma 1 CCNL del
16 febbraio 1999). |
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O 3 - I dipendenti
che, a seguito di passaggio interno, conseguono una nuova posizione
economica devono sottoscrivere un contratto individuale di lavoro? |
Al riguardo si
configurano due diverse fattispecie: |
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O 4 - Qual'è la
decorrenza dell'attribuzione delle posizioni economiche 'super' di cui
all'art. 17 del CCNL del 16 febbraio 1999? |
Le posizioni
economiche "super" decorrono dalla data del relativo
provvedimento di attribuzione, ovvero, nel caso in cui ci sia stata una
esplicita differente previsione nel contratto integrativo, dalla data in
esso concordata. |
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O 5 - Ai fini dei
passaggi all'interno del sistema di classificazione come va valutato il
requisito dell'esperienza professionale maturata in contesti lavorativi
diversi dalla pubblica amministrazione? |
In via preliminare
occorre far presente che il CCNL ha demandato la definizione dei criteri
per le progressioni nell'ambito del nuovo ordinamento professionale alla
contrattazione integrativa, al fine di consentire alle parti di operare in
piena autonomia le scelte più adeguate alle esigenze e alla realtà
organizzativa di ogni amministrazione. |
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O 6 - E' necessario
prevedere una prova conclusiva dei corsi di formazione propedeutici al
passaggio di posizione economica? In caso affermativo occorre prevedere
una soglia minima di votazione per considerare superato l'esame finale? |
La logica del nuovo
ordinamento professionale si fonda sul fatto che tutte le progressioni
verticali, sia tra le aree che all'interno della stessa area, comportano
un mutamento delle mansioni dei dipendenti, per lo svolgimento delle quali
si richiede, oltre al possesso di particolari requisiti e titoli, idonee
capacità professionali. |
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Q 1 - Come è stata
modificata l'indennità di trasferta nel CCNL 16 maggio 2001 rispetto alla
previgente normativa? |
Con l'art. 30, comma
1, lett. a) viene superata la graduazione dell'entità economica in base
alla qualifica ricoperta e pertanto essa è corrisposta a tutto il
personale, a prescindere dalla posizione economica di appartenenza, nella
misura e con le modalità di cui al citato art. 30. |
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Q 2 - Per le
trasferte superiori alle 12 ore, come deve intendersi la locuzione 'fino a
quattro stelle' utilizzata al comma 2 dell'art. 30 del CCNL del 16 maggio
2001 in relazione al rimborso delle spese di pernottamento? |
Tale norma ha inteso
introdurre una maggiore flessibilità per quanto riguarda tutta la materia
del trattamento di missione, demandando all'autonomia e alla responsabilità
delle amministrazioni l'adozione delle opzioni che vengono ritenute più
convenienti ed opportune nel quadro di una più attenta gestione delle
disponibilità economiche, in relazione ai principi generali di economicità,
efficacia ed efficienza. |
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Q 3 - Come avviene il
rimborso per le spese di viaggio, in considerazione del fatto che non vi
è alcun riferimento in proposito nel CCNL integrativo del 16 maggio 2001? |
In via generale
occorre precisare che l'art. 30, pur riportando alla fonte pattizia la
disciplina del trattamento di trasferta, ha mantenuto per taluni aspetti
una linea di continuità con la precedente regolamentazione, attraverso il
richiamo nel testo del CCNL della specifica normativa in materia.
In tal senso il comma 13 dell'articolo 30 in questione stabilisce che, per
quanto non previsto dalle clausole contrattuali, il trattamento di
trasferta rimane disciplinato dalle relative disposizioni di legge
vigenti. |
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Q 4 - Come avviene il
rimborso per le spese per trasporto urbano, di cui all'art. 30, comma 1
lett. d) del CCNL integrativo del 16 maggio 2001? |
La nuova disciplina
del trattamento di trasferta ha riconosciuto una maggiore autonomia
gestionale alle amministrazioni, introducendo una vasta gamma di strumenti
operativi che possono essere utilizzati, secondo modalità diverse, in
relazione agli obiettivi prioritari delle amministrazioni stesse e nel
rispetto dei vincoli di bilancio. |
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Q 5 - Come avviene il
rimborso per il personale inviato in missione al seguito di delegazioni
ufficiali, di cui all' art. 30, comma 4 del CCNL del 16 maggio 2001? |
Per il personale
inviato al seguito di delegazioni ufficiali dell'amministrazione il comma
4 dell'art. 30 stabilisce che allo stesso spettano i rimborsi e le
agevolazioni previsti per i componenti della predetta delegazione. |
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Q 6 - In quale misura
viene corrisposta la anticipazione del trattamento economico complessivo
spettante per la trasferta, di cui all'art. art. 30, comma 8 del CCNL
integrativo del 16 maggio 2001? |
Per quanto attiene
all'anticipazione delle spese complessive di trasferta, si precisa, che il
comma 8 dell' art. 30 stabilisce la misura minima (75%) che deve essere
corrisposta al dipendente, intendendo con tale espressione che, qualora si
verifichino le condizioni, la stessa amministrazione può erogare anche un
importo superiore alla percentuale indicata. |
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Q 7 - E' possibile
considerare come attività lavorativa il tempo di viaggio occorrente ai
dipendenti per recarsi nel luogo ove è comandato a prestare la sua opera
e, conseguentemente come lavoro straordinario il tempo eccedente il
normale orario di lavoro giornaliero? |
Solo per gli autisti
e per gli addetti all'attività di sorveglianza e custodia dei beni
dell'amministrazione inviati in missione il tempo di viaggio è
considerato attività lavorativa. (art. 30, comma 1, lett. f) del CCNL
integrativo del 16 maggio 2001, in relazione al fatto che durante il
viaggio essi svolgono le mansioni proprie del profilo di appartenenza. |
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P 1 - E' possibile
utilizzare le risorse del FUA al fine di integrare i fondi a disposizione
sui capitoli relativi alle provvidenze a favore del personale in servizio,
di quello cessato dal servizio e delle loro famiglie? |
Al riguardo si
precisa che le disponibilità economiche del Fondo Unico di
Amministrazione vanno utilizzate per finanziare le attività indicate
all'art. 32 del CCNL del 16 febbraio 1999 e pertanto non è consentito
operare trasferimenti di risorse in un altro capitolo del bilancio
dell'amministrazione. |
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P 2 - Al personale
che presta servizio 'di fatto', senza alcun provvedimento formale, presso
una amministrazione diversa da quella di appartenenza spettano i compensi
del fondo unico di amministrazione? |
In via preliminare,
occorre considerare che, per quanto attiene al trattamento accessorio da
corrispondere al personale collocato in posizione di comando o fuori ruolo
con provvedimento formale, il principio generale è quello che a tali
dipendenti spetta l'indennità di amministrazione ed, in genere, il
trattamento accessorio, dell'amministrazione presso la quale lo stesso
presta servizio. |
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P 3 - E' possibile,
decorsi tre mesi dalla scadenza del contratto collettivo, erogare
automaticamente l'indennità di vacanza contrattuale? |
In via preliminare,
occorre considerare che la norma contrattuale che qui interessa, contenuta
nell'art. 2, comma 6 del CCNL per il comparto dei Ministeri sottoscritto
in data 16 febbraio 1999, nel definire i criteri e le modalità per la
corresponsione della vacanza contrattuale, stabilisce anche che per
l'erogazione di detta indennità "si applica la procedura dell'art.
48, comma 1, d. lgs. 165/2001". |
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P 4 - Le risorse del
Fondo Unico di Amministrazione destinate al finanziamento delle posizioni
super possono essere riassegnate al Fondo stesso al momento del
collocamento a riposo dei dipendenti che usufruiscono delle posizioni
medesime? |
Al riguardo si fa
presente che il CCNL relativo al secondo biennio economico del 21 febbraio
2001, all'art. 6 ha integrato la precedente disciplina prevedendo che
"le risorse del Fondo unico di amministrazione già utilizzate per
finanziare le progressioni economiche verticali all'interno di ciascuna
area funzionale ai sensi dell'art. 15 del CCNL, nonché gli sviluppi
economici e le posizioni organizzative di cui agli artt. 17 e 18 del CCNL
medesimo, sono riassegnate dai capitoli degli stipendi al Fondo stesso
dalla data del passaggio di area o di cessazione dal servizio, a qualsiasi
titolo avvenuta, del personale che ne usufruito". |
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P 5 - L'indennità di
amministrazione va inserita tra le voci prese a base del calcolo della
cosiddetta quota 'A' di pensione? |
In proposito occorre
rappresentare che il CCNL non può intervenire circa il riconoscimento
dell'indennità di amministrazione ai fini pensionistici, in quanto la
materia previdenziale non è di competenza della contrattazione. Spetta,
infatti, ad altre istituzioni pubbliche decidere sulla pensionabilità o
meno "in quota A" di tale emolumento. |