RIA: IL
GOVERNO ALL’ATTACCO DEI DIRITTI
Con
l’art. 26 comma 4 e 5 della legge del 23 dicembre 1998 n. 448 (Legge
Finanziaria 1999 – applaudita da CGIL/CISL/UIL), questo Governo scippò i
lavoratori statali dal diritto alla rivalutazione monetaria e agli interessi legali
sulle differenze stipendiali dovute ai sensi della legge 312 del 1980.
Puntualmente,
anche quest’anno, nella proposta di legge Finanziaria 2001 il Governo è intenzionato
ad introdurre, con l’art. 34 comma 2, l’ulteriore furto ai danni dei
lavoratori:
“l’articolo 7,
comma 1, del decreto legge 19 settembre 1992 n. 384, convertito, con modificazioni,
dalla legge 14 novembre 1992 n. 438, si interpreta nel senso che la proroga al
31 dicembre 1993 della disciplina emanata sulla base degli accordi di comparto
di cui alla legge 29 marzo n. 93, relativi al triennio 1° gennaio 1998 – 31
dicembre 1990 non modifica la data del 31 dicembre 1990 già stabilita
per la maturazione delle anzianità di servizio prescritte ai fini delle maggiorazioni
della retribuzione individuale di anzianità. E’ fatta salva l’esecuzione dei
giudicati alla data di entrata in vigore della presente legge”.
Nonostante
la giurisprudenza abbia riconosciuto da qualche tempo il diritto ai lavoratori
alla maturazione economica della retribuzione individuale d’anzianità al 31
dicembre 1992, nonostante il parere del Consiglio di Stato che riconosce il
carattere equitativo dell’estensione dei giudicati a tutti i lavoratori, parere
questo richiesto direttamente dal ministero del Tesoro, il governo di Amato e
Bassanini cerca di dare anche questa volta il ben servito ai diritti dei lavoratori.
Nessun
aumento salariale, nessun investimento occupazionale ma, di contro, riduzione
dei diritti, privatizzazione forsennata, riduzione del personale, aumento delle
consulenze esterne pagate profumatamente, introduzione del caporalato
legalizzato, del cottimo, della precarietà, della flessibilità, della mobilità del
posto di lavoro e una riforma della pubblica amministrazione fatta contro i lavoratori
e i cittadini per favorire solo i profitti delle imprese.
Questo scenario, la RdB, lo aveva descritto da molto tempo.
Riteniamo, comunque, che questo non è che un passaggio di un progetto più ampio:
il totale abbattimento dello stato sociale e dei diritti
conquistati dai lavoratori dopo anni di lotte (sanità, scuola, servizi).
Per questo che è
urgente, importante e necessario dare una prima forte risposta attraverso l’adesione
massiccia di tutti i lavoratori pubblici allo
SCIOPERO
GENERALE del 13 OTTOBRE
e MANIFESTAZIONE
NAZIONALE a Roma
per la difesa del salario,
dei diritti e della dignità
contro l’attacco di questo
governo alle condizioni di vita e di lavoro
Federazione RdB Pubblico Impiego