prepariamo
il 18 ottobre: Lombardia
Contro le politiche di guerra
Contro la "guerra" ai lavoratori
SCIOPERO GENERALE
per tutta la giornata e di tutte le categorie
VENERDI’ 18 ottobre 2002
manifestazione da L.go Cairoli ore 9,30
Il Governo degli Stati Uniti, spal-leggiato da alcuni governi di altri paesi tra cui l’Italia, è intenzionato a sca-tenare una "guerra preventiva" contro l’Iraq in continua-zione della "guerra senza limiti" avviata all’indomani dell’at-tentato terroristico dell’11 Settembre 2001.
Basta guerre, basta vittime, basta morti
.Esiste un’altra "guerra" in atto: quella dichiarata dai
ricchi contro i lavoratori, i giovani e i pensionati per appropriarsi di fette
sempre maggiori di ricchezza.
Negli ultimi 10 anni in Italia la ripartizione del reddito tra
salari e profitti, grazie anche alle politiche concertative di cgil, cisl, uil,
è peggiorata a scapito dei salari. Circa 65.000 MLD di lire (33,57 milioni di
euro) sono già passati dai salari ai profitti, dalla retribuzione di ogni
lavoratore mancano mediamente 4.400.000 lire annue (2.272 euro).
L’aumento dei prezzi a seguito dell’introduzione
dell’euro ha ulteriormente ridotto il potere di acquisto dei salari. E’
notevolmente aumentato il divario con le retribuzioni dei lavoratori degli altri
paesi europei (es. mediamente un metalmeccanico tedesco guadagna 1.000 euro in
più al mese)
Il governo Berlusconi, come i precedenti, vuole renderci ancora più poveri e precari.
Il Patto sottoscritto tra governo, confindustria,
confcommercio, cisl, uil e sindacati filo governativi rappresenta, per i
lavoratori, la continuazione delle fallimentari politiche concertative che hanno
prodotto precariato lavorativo, portato il 18% dei lavoratori sotto la soglia
della povertà, ridotto il potere di acquisto delle retribuzioni e falcidiato lo
stato sociale. L’accordo aggrava questa situazione.
Le leggi delega del governo in discussione in Parlamento
renderanno più precario e senza diritti il lavoro (art.18 non solo), puntano a
scippare il t.f.r, accogliendo una richiesta di cgil-cisl-uil, per passarlo
automaticamente ai fondi pensione privati. Ciò, assieme alla riduzione dei
contributi Inps per i nuovi assunti, spiana la strada ad un ulteriore taglio dei
trattamenti pensionistici pubblici.
La legge Bossi Fini sull’immigrazione persegue
l’obiettivo di creare una fascia di popolazione sempre in bilico tra
sfruttamento ed espulsione ge-nerando una rin-corsa alla riduzione dei diritti e
del salario, rendendo disponibili per le imprese lavoratori docili e
ricattabili.
La Legge Finan-ziaria con una manovra da 20 miliardi di euro colpisce:
la Sanità, con una riduzione dei posti letto, delle prestazioni, la chiusura di ospedali, l’erogazione delle cure termali a carico del servizio sanitario solo ai grandi invalidi e invalidi di guerra,
la Scuola, con l’aumento degli alunni per classe, la riduzione del personale docente e dei collaboratori scolastici,
il pubblico impiego, imponendo il blocco delle assunzioni con ricorso a forme di lavoro precario ed il contenimento delle risorse per il rinnovo dei contratti nel P.I. funzionali alla posizione confindustriale per il rinnovo dei contratti nel privato.
Il trasporto pubblico, attraverso la riduzione degli stanziamenti pubblici.
Quanto alla riduzione delle tasse, si propongono
misure che non recuperano neanche il drenaggio fiscale subito dai salari negli
ultimi anni (tasse in più che paghiamo su salari che di fatto restano uguali),
o le tasse introdotte sulla sanità, per la scuola, o l’addizionale Irpef
regionale e provinciale.
Sono irrisorie e ricalcano quelle praticate dai precedenti governi nel
2000-2001 e altre che dovevano decorrere dall’inizio del 2002 e rinviate
dall’attuale governo.
La cgil, che riconferma la politica concertati-va, scopre oggi che il
governo e il padronato possono sce-gliere le orga-nizzazioni con cui trattare
per-ché viene esclusa dagli incontri.
La cgil oggi protesta per la discriminazione ma la stessa non ha problemi a farne; infatti:
stipula accordi che riservano alle organizzazioni sindacali firmatarie i diritti di informazione, le agibilità sindacali, ecc.
condivide l’esclusione della CUB dalle trattative per il solo fatto di non aver sottoscritto il Patto concertativo del 1993.
ha firmato l’accordo sulle RSU che assicura la nomina da parte delle segreterie di cgil-cisl-uil del 33% delle RSU sottraendole al voto democratico dei lavoratori
pretende che sia la maggioranza delle RSU a convocare le assemblee dei lavoratori, sottraendo al singolo RSU la titolarità dei diritti sanciti dallo statuto dei lavoratori.
Questa vicenda insegna, alla Cgil in primo luogo, che i diritti debbono essere universali, altrimenti non sono diritti, ma concessioni a fronte di determinati comportamenti.
CUB - Confederazione Unitaria di Base