CONDONO: |
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Il
condono non ci piace, lo abbiamo affermato più volte, a partire da un
comunicato del 13 luglio scorso. Oggi,
però, c’è ed oltre gli effetti devastanti sul sistema fiscale
complessivo, pare dipanarsi in maniera tale che creerà grosso danno ai
dipendenti dell’Agenzia delle Entrate. Abbiamo il dovere di intervenire. Abbiamo quindi deciso di partecipare all’incontro odierno (27 gennaio) presso l’Agenzia delle Entrate, ma di farlo partendo da alcune richieste chiare, come risulta dalla lettera da noi inviata e di cui riportiamo copia.
Oggetto:
Condono fiscale; Circolare Agenzia Entrate 4/E/2003 Con
la presente la scrivente O.S. intende, in termini generali, esprimere la
propria contrarietà alle procedure di condono varata dal Governo. Riteniamo
che il recupero dell’evasione fiscale non possa essere praticato
attraverso il metodo dei condoni, utili, forse, a fare cassa nel breve
periodo, ma che, sciogliendo ogni equivoco sul ruolo pubblico
dell’attuale Agenzia delle Entrate, si debbano fare investimenti seri,
in termini di personale e di riconoscimento professionale, in direzione di
un rafforzamento della funzione accertatrice. In
particolare, la pratica del condono, getta, secondo il nostro parere,
ombre proprio su questa funzione, snaturando l’Agenzia delle Entrate e
privandola del proprio ruolo istituzionale, mentre, parallelamente,
l’articolo 34 della legge 289/2002 ipotizza la trasformazione in
soggetto di diritto privato di molti “enti e gli organismi pubblici,
incluse le agenzie”. Se
si richiede uno sforzo ai dipendenti dell’Agenzia delle Entrate, volto a
garantire la riuscita della procedura di condono, è necessario
sciogliere, immediatamente ed inequivocabilmente, ogni dubbio
rispetto alla permanenza delle Agenzie Fiscali tra gli enti e organismi
che si intende mantenere di diritto pubblico. Va
notato, peraltro, che la Circolare in oggetto emessa dall’Agenzia delle
Entrate, non aiuta in tal senso. La circolare, saltando a piè pari le
procedure contrattuali previste, ha radicalmente modificato l’organizzazione
del lavoro degli uffici, varando un’operazione che, senza
riconoscere alcuna professionalità a lavoratrici e lavoratori, ne snatura
il lavoro, nella sostanza e nel metodo, rischiando anche di privarli di
un’adeguata retribuzione, visto che, ad oggi, importi considerevoli
del salario accessorio sono legati agli obiettivi della convenzione
Ministero/Agenzia e quindi al riscosso su un’attività di accertamento
che non potrà che subire notevoli contraccolpi. Quindi,
fermo restando, per i motivi sopra esposti, la contrarietà alla pratica
complessiva, ci corre l’obbligo, nel particolare, di partire dalla
tutela diretta dei nostri rappresentati. Richiediamo quindi: 1.
quali iniziative si intenda intraprendere circa la costituzione
nelle aree controllo delle cd. task force di assistenza sul condono; 2.
quali percorsi formativi si intenda adottare per preparare a tale
compito i lavoratori e con quali riconoscimenti economici; 3.
quale ricaduta avrà sulla capacità operativa degli uffici, sulla
definizione e sul raggiungimento degli obiettivi monetari, la destinazione
dei lavoratori delle aree controllo alle attività di assistenza sul
condono; 4.
quali misure si intenda adottare per rimodulare gli
obiettivi di riscossione fissati per gli anni che riguardano il condono
fiscale; 5.
quali stanziamenti supplementari, anche, eventualmente, dal
riscosso per condono, verranno fissati a copertura delle maggiori
richieste di professionalità e del rischio di perdita di salario
accessorio così come ad oggi strutturato; 6.
quale futuro ci si debba attendere visti il mancato varo del
contratto d’Agenzia e il rischio di trasformazione in Fondazione o in
SpA.
RdB-Pubblico Impiego Finanze e Agenzie Fiscali
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