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Roma, 28 luglio 2003 |
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Questa, in sintesi, la risposta che
abbiamo ricevuto nell’incontro avuto oggi presso l’Agenzia del Demanio. Di
certo è che sarà necessario rincontrarsi con il Dipartimento Politiche
Fiscali e la Funzione Pubblica (nostra richiesta del 27 giugno) perché,
ad oggi, i vertici del Demanio, non sono in grado di dare risposta a
neanche uno dei quesiti che il processo di trasformazione pone.
Nessuna risposta in merito ai compiti che l’Ente Pubblico
Economico dovrà svolgere, in merito agli organici che avrà, al contratto che
avranno i suoi dipendenti, alla possibilità di opzione senza limiti di sorta…
Oggi
più che mai è chiaro che, il problema “trasformazione demanio”, vada
affrontato non tecnicamente (all’interno di compatibilità o patti di stabilità),
ma politicamente, richiedendo, per i dipendenti, GARANZIE “A
PRESCINDERE”.
E’ necessaria una posizione
sindacale forte, possibilmente unitaria, che si basi su CONTENUTI
CHIARI. Ma, i nostri appelli in tal senso, sul piano nazionale, sono
rimasti, fin’ora, inascoltati. A parte alcune lodevoli eccezioni, infatti,
l’assenza di chiare indicazioni in tal senso, fa si che, anche localmente, le
sigle sindacali continuino a “correre” separate.
Sembrerebbe che, per motivi che
esulano dalla nostra concezione di sindacato, motivi più affini a logiche di
bottega e/o ad assurde rivendicazioni di primato, qualcuno ritenga di
non doversi muovere unitariamente in un momento così difficile per la
vita delle donne e degli uomini che lavorano nell’Agenzia del Demanio (e
non solo).
Noi
crediamo che tale unità si possa (e si debba) costruire nei posti di lavoro.
Per
questo, sul Demanio, abbiamo formulato una proposta,
che, al momento, ha raccolto già 575 adesioni