Con
l’approvazione definitiva di fine luglio del Parlamento, il
governo Berlusconi ha varato, dopo quelle precedenti del
centrosinistra, l’ennesima controriforma delle pensioni.
Un
provvedimento ingiusto, sbagliato ed inefficace che non è in
grado di risolvere alcuno dei problemi in campo.
Non
garantisce una pensione che assicuri una vecchiaia serena e
dignitosa, alcuna protezione dell’erosione del potere di
acquisto, men che meno da risposte ai giovani tanto invocati
per giustificare gli ennesimi tagli.
Per
ultimo, con la clausola vessatoria del silenzio-assenso, viene
anche aggredito il TFR per traghettarlo alla speculazione
finanziaria attraverso il suo conferimento ai Fondi Pensione.
Questo
aspetto, come altri, per diventare operativo è affidato
all’emanazione dei decreti attuativi da parte del Governo,
cosa che si appresta a fare ma che non è ancora avvenuta.
C’è
una profonda differenza tra lavoratori privati e pubblici.
Intanto questi
ultimi, tranne i neo assunti dopo il 31.12.2000, non hanno il
TFR ma la liquidazione, la buona uscita, ecc. che viene
calcolata in modo diverso ed ha natura giuridica diversa dal
privato. Poi, tranne che nella Scuola, non sono stati
istituiti ancora i Fondi Pensione, rispetto ai quali è
previsto un ulteriore confronto con le OO.SS. rappresentative.
E questo vale
anche per gli assunti post 31.12.2000.
E’
estremamente utile avviare momenti di mobilitazione e dotarsi
di strumenti che consentano di manifestare fin da subito al
Governo e a CGIL, CISL, UIL, che bramano dalla voglia di
sedersi nei Consigli di Amministrazione dei Fondi per
spartirsi la gigantesca torta (14 Mld di euro l’anno), la
nostra più netta contrarietà e determinazione nel vanificare
i loro progetti.
Apriamo
la campagna con un modulo che, seppur non valido
giuridicamente in assenza dei decreti attuativi, dia SUBITO
espressione politica a tale volontà e che ognuno di noi deve
indirizzare al Ministro della Funzione Pubblica e
all'amministrazione di appartenenza.
L’afflusso
del TFR nei Fondi è la precondizione per
smantellare definitivamente il sistema pensionistico pubblico.
Non
acconsentire allo scippo è la precondizione per riaprire la
partita
.
Una
battaglia forte e corale può consentire di mandare a monte
tale progetto e di rimettere in discussione quest’ultima e
le precedenti riforme.
Scarica
il modulo :
Indirizzate
il modulo al Ministro della Funzione Pubblica:
C.so
Vittorio Emanuele II, n.116 cap 00186 Roma - fax
06-68997433
e_mail
p.camponeschi@governo.it
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