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                  Le
                  RdB hanno sottoscritto l’accordo nazionale sul FPS 2003.
                  
                  
                  
                   
                  Certo.
                  Dell’accordo ne diamo una interpretazione
                  di parte,
                  che tenda ad una stabilizzazione
                  di quote sempre più ampie del salario accessorio e che
                  garantisca il più possibile la distribuzione
                  equa
                  tra i lavoratori, contro un’Agenzia che, ci mancherebbe, dà
                  la sua interpretazione di parte, cercando di utilizzare i
                  fondi dei lavoratori per coprire le sue esigenze organizzative
                  e per far partire meccanismi premiali che non promettono nulla
                  di buono.
                  
                  
                  
                   
                  Noi
                  andremo alla trattativa facendo
                  la nostra parte,
                  esponendo le nostre motivazioni e le nostre proposte,
                  cercando, su di esse, la convergenza, come accaduto in diverse
                  regioni, del fronte sindacale.
                  
                  
                  
                   
                  In
                  questo quadro risulta quindi ancora più incomprensibile, da
                  parte di CGIL, CISL e UIL, la richiesta di tavoli separati che
                  in Emilia Romagna continua a condizionare – in negativo - le
                  trattative…
                  
                   
                  Forse
                  che la posizione di queste sigle è più vicina a quella
                  dell’Agenzia che alla nostra? Siamo certi di no (almeno lo
                  speriamo). Forse si tratta di un fatto personale? Non gli
                  piace come vestiamo? Non gli piace il profumo che adoperiamo?
                  
                  
                  
                   
                  Il
                  7 aprile, restando i tavoli separati, non ci sarebbero più
                  scuse, si consumerebbe per l’ennesima volta un ostinato
                  rito barbaro ed antidemocratico
                  in cui gli unici a rimetterci saranno lavoratrici e
                  lavoratori. Confrontiamoci
                  sui contenuti!
                  
                  
                  
                   
                  Bologna,
                  1 aprile 2005
                  
                  
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