Al termine della trattativa
regionale nel Lazio, sul Fondo Politiche di Sviluppo (FPS)
2003 avevamo messo in evidenza quali potessero essere i rischi
e quali gli elementi di debolezza di quell’accordo di cui non
ci convincevano la rigidità delle quote e la mancata
previsione di meccanismi di compensazione e di correzione. Si
era persa secondo noi, l’occasione per adottare regole più
solidaristiche ed elastiche. Soprattutto, ci era sembrato e
ancora ci sembra, che la tanto vituperata “ripartizione a
pioggia” delle quote di salario accessorio sia considerata da
altri, troppo populistica, troppo demagogica, forse anche
troppo demodè. Ora, occorrerebbe riflettere su alcuni
fatti:
-
il raggiungimento dei
risultati di convenzione, a livello nazionale e di quelli di
programma, a livello locale, non può prescindere dalla
considerazione che gli uffici funzionano come una struttura
organica, un corpo nel quale a qualcuno tocca fare il
fegato, a qualcuno i polmoni, a qualcun altro il cervello
(si spera). In un corpo perfettamente funzionante nessuno si
sognerebbe di dare al fegato più o meno di quanto spetti al
cervello: sono entrambi essenziali alla vitalità di quel
corpo.
-
la pratica della distribuzione
“a pioggia” risulta essere, a conti fatti, non solo la più
populista, ma anche la più equa, trasparente e credibile.
Non c’è ufficio in cui un lavoratore sia disposto ad
ammettere che egli meriti meno di quanto viene dato agli
altri. Ed è quasi sempre vero. Nell’economia delle
trattative locali, al 99% si farebbe molto prima a
riconoscere questo dato di fatto piuttosto che arrovellarsi
con meccanismi di calcolo improbabili e spesso fondati su
elementi privi di certezza.
-
alcune dinamiche salariali,
con il primo contratto d’Agenzia e con la trattativa
nazionale sul FPS 2003 sono andate nella direzione di un
consolidamento per tutti delle quote accessorie, appunto “a
pioggia”. Sembra che per timidezza o temerarietà,
nell’ambito delle trattative di vario livello, ci siano
resistenze nell’assecondare questa tendenza. Il dubbio che
le riserve di caccia e pesca, i fondi e i fondini “guaiachilitocca”
servano ad usi strumentali e diventino il borsellino di papà
direttore per la paghetta dei figli buoni, ci rimane ed è
legittimo e pungente.
C’è di nuovo che la trattativa
per l’FPS 2004, in Direzione Regionale Lazio, è finita prima
di cominciare e che altre organizzazioni sindacali (la UIL per
prima) abbiano chiesto di “…verificare a livello locale
l’applicazione delle regole fissate per il 2003, prima di
pensare a quelle per il 2004…” manifestando la sacrosanta
perplessità rispetto a quelle regole che noi avevamo deciso di
non sottoscrivere. Se prender tempo quando si tratta di
distribuire il salario accessorio, potrebbe sembrare la beffa
aggiunta al danno di un ritardo biennale, si rifletta sul
fatto che una regola frettolosa fa sempre il salario
accessorio cieco.
A Viterbo per esempio,
l’amministrazione s’è seduta al tavolo con una proposta
indecente:
·
€ 12,40 al giorno, il doppio del
previsto, a 11 capi team;
·
€ 4,80 al giorno, la metà del
previsto, agli addetti al front office;
·
€ 2,00 al giorno, meno della
miseria di 3,50 per i malcapitati gestori di rete.
Tanto per far capire dove va
l’amministrazione…. quando non piove. |