Genova,
10 maggio 2005
Ieri,
9 maggio, si è registrata una nuova puntata della vicenda sul
Fondo di sede 2003 dell’Agenzia delle Entrate della Liguria.
Alcune sigle hanno firmato l’accordo, appoggiando la
proposta dell’Agenzia, CGIL e RdB no.
CGIL
e RdB, pur
partendo da posizioni iniziali differenti, hanno finito col
confluire in una proposta unitaria che, senza indugiare in
dettagli, che avremo modo di sottolineare in prossimi
comunicati, aveva la caratteristica di dare un chiaro
segnale politico, nonché di rispetto dell’accordo
nazionale: la trattativa regionale doveva essere il luogo in
cui, in maniera critica, si fissavano, “tenendo conto dei
fabbisogni espressi dagli uffici”, i criteri di
distribuzione dell’importo attribuito alla Liguria tra i
diversi uffici,
Accettare
la proposta dell’Agenzia che ribalta questo concetto, ovvero
attua la “ripartizione sulla base delle dichiarazioni dei
direttori” - come testualmente ha sottolineato il Direttore
Regionale - e lascia alla trattativa solo il residuo,
significa, qualsiasi cosa si dica, abdicare al proprio ruolo
sindacale e ridursi a semplici notai, significa non approntare
i necessari strumenti per discutere seriamente di
organizzazione del lavoro. Significa
applicare un modello, quello dell’accordo nazionale, ad una
realtà che ha dimostrato di avere ben altre caratteristiche.
La
firma sotto quell’accordo, per noi, avrebbe significato:
- essere
d’accordo sul fatto che il 95% del Fondo di Sede
venga riservato, di fatto, a meno del 10% del personale;
- essere
d’accordo su un’organizzazione del lavoro che, nei
fatti, vede forti differenze tra vari uffici;
- dire,
nei fatti, agli uffici che nella rilevazione dei
fabbisogni hanno avuto un comportamento più virtuoso (di
solito quelli dove le RSU hanno fatto meglio il loro
lavoro) che nella distribuzione dei fondi finiranno col
essere penalizzati nei confronti di quelli che sono stati
più di manica larga, con la logica conseguenza che tutti
tenderanno, in futuro, ad “allargare la manica”;
- svuotare
di contenuti la trattativa locale,
di fatto sottoponendola al vincolo di destinazione
di un accordo regionale che da per già distribuito il 95%
dei rispettivi Fondi di Sede.
CGIL
e RdB non potevano accettare questi vincoli, per questo non
hanno firmato, per questo nei prossimi giorni, riservandoci di
verificare la validità, anche giuridica, dell’accordo
stipulato, si confronteranno con i loro delegati di posto di
lavoro per concordare una linea da tenere nelle trattative dei
singoli uffici.
CGIL
FP
Gianni
Pastorino
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RdB
Pubblico Impiego
Pietro
Falanga
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