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                   Alla
                  riunione hanno partecipato diverse realtà locali. I lavori
                  hanno analizzato lo stato delle cose e lo stato di salute
                  della sigla in ambito regionale. Di certo godiamo di ottima
                  salute. LA RdB ha visto crescere il numero degli iscritti e il
                  suo consenso elettorale negli ultimi anni. Nel 2001 avevamo
                  nelle agenzie fiscali  un
                  consenso elettorale regionale del 15% , per giungere a quasi
                  il 20% alle ultime ultime elezioni. 
                  Questo
                  incontro è stato utile innanzitutto per conoscerci, per
                  confrontarci, per portare le esperienze 
                  maturate nei vari uffici in questi anni e soprattutto
                  per discutere e  organizzarci.
                  Siamo cresciuti soprattutto perché siamo stati in grado di
                  dare voce con la nostra protesta alle esigenze e al
                  malcontento dei lavoratori, siamo stati alla testa delle lotte
                  per il rinnovo contrattuale a fine 2003, e inizio 2004. In
                  città come Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano abbiamo saputo
                  organizzare le più diverse iniziative, dalle assemblee di 15
                  mn ai sensi della 626 sommate alla pausa bar, ai cortei sotto
                  le prefetture, alla manifestazione sotto la Dre della
                  Sardegna, sino ad arrivare al black-out degli uffici con lo
                  sciopero generale di gennaio 2004. A livello regionale la RdB
                  è cresciuta anche come interlocutore sindacale da parte delle
                  amministrazioni. Da sindacalisti un po’ naif che facevamo
                  quasi esclusivamente comunicati di protesta, siamo diventati
                  un sindacato che si confronta con le amministrazioni e che
                  lotta, discute, e porta a casa risultati. 
                  Dalla
                  discussione viene fuori il seguente quadro, che purtroppo già
                  conoscevamo: un crescente non rispetto delle regole
                  contrattuali da parte delle amministrazioni. A livello
                  locale e regionale. C’è uno scadimento delle relazioni: non
                  riceviamo l’informativa, addirittura in talune realtà viene
                  distribuito il fua senza contrattazione. Scriviamo e non
                  riceviamo risposta. E’ un muro di gomma. Ne va della nostra
                  dignità di sindacalisti e di quella dei lavoratori che
                  rappresentiamo. Siamo costretti a vivere tutti giorni in
                  ambienti dove non c’è rispetto per il mondo del lavoro e i
                  suoi rappresentanti. Non c’è informativa, le richieste
                  di incontro vengono disattese. C’è un clima di tutela tra i
                  dirigenti dell’amministrazione, pronti a far quadrato anche
                  di fronte a posizioni poco difendibili. Siamo al limite della
                  sopportazione. Continuiamo a chiedere che vengano rispettate
                  le prerogative sindacali e non c’è verso. Il fatto di
                  avere 3 proposte di procedimento disciplinare, nei confronti
                  di nostri delegati, che vanno all’ufficio disciplinare per
                  un volantino appeso in una bacheca sindacale, nel quale si
                  denunciava che malgrado i soldi fossero stati assegnati
                  all’ufficio da un mese, 
                  e il direttore non faceva la contrattazione, è un
                  fatto gravissimo. Riteniamo
                  che l’attacco sia alla RdB nel suo complesso, a livello
                  locale e a livello regionale. Questo per quello che
                  dicevamo prima: perché esiste
                  una  situazione
                  ambientale e ideologica che copre atteggiamenti arroganti dei
                  nostri direttori. D’altronde hanno la convinzione di essere
                  degli impuniti. Le direzioni regionali non possono
                  intervenire sul pari grado dirigente e direttore locale:
                  quello gli risponde “di che ti impicci”. 
                  Se sbagliano, i dirigenti non pagano di tasca loro:
                  paga lo Stato. Troppo comodo. Si dovrebbe fare una norma che
                  se sbagliano pagano loro, personalmente. Noi abbiamo un codice
                  disciplinare, lo dobbiamo seguire, rispettare. Riteniamo 
                  che ci debba essere un codice di comportamento anche
                  per la dirigenza. Possiamo scegliere la via giudiziaria, e
                  di certo non risparmieremo nulla a nessun dirigente. Ma appare
                  evidente che i tempi della giustizia sono lunghi. Le
                  capacità manageriali dei dirigenti andrebbero valutate anche
                  in base allo stato delle relazioni sindacali. Ogni volta
                  dobbiamo andare in giudizio? E poi i dirigenti non dovrebbero
                  stare troppi anni a ricoprire lo stesso incarico; si creano
                  situazioni a dir poco sgradevoli e poco trasparenti. 
                  Il
                  coordinamento regionale non esclude l’interruzione delle
                  relazioni sindacali a livello regionale con le amministrazioni
                  che avalleranno  comportamenti
                  di attacco alle OO.SS. e ai lavoratori da parte dei direttori
                  locali.
                  
                   
                  Rdb
                  è cresciuta. Innanzitutto tutelando i diritti dei lavoratori.
                  Rdb non  ha
                  accettato compromessi, e non è diventata come le altre sigle.
                  Non concertiamo e non concerteremo, non ci metteremo
                  d’accordo con i direttori sulle spalle dei lavoratori. Il
                  nostro ruolo deve essere quello di difendere sempre i
                  lavoratori e parlare con essi, nelle assemblee e tramite i
                  comunicati.
                  
                   
                  Il
                  ripristino e il perseguimento di uno stato di legalità sono
                  gli obiettivi della nostra sigla, laddove non esista. I
                  diritti sindacali devono essere rispettati, la 626 deve essere
                  applicata per intero, dobbiamo lavorare in edifici a norma, e
                  le trattative devono essere trasparenti sino in fondo. 
                  La
                  nostra pazienza e al limite. Non appare improbabile ipotizzare
                  in futuro forme di lotta quali il non raggiungimento degli
                  obiettivi negli uffici dove non vengono rispettate le regole.
                  Perché dobbiamo rispettare i dirigenti se loro non ci
                  rispettano? Vogliamo che venga ripristinato lo stato di
                  legalità. Non ci sembra di chiedere troppo. 
                  Stiamo
                  per andare al primo integrativo di agenzia, e al rinnovo del
                  biennio economico (scaduto da 15 mesi). E dobbiamo
                  attrezzarci. Le sirene elettorali tentano di incantarci con 
                  95-100 euro di aumento, ma la verità e che non esiste
                  ancora il tavolo contrattuale, e che questo importo appare del
                  tutto insufficiente essendo solo il 4% d’aumento. Veramente
                  troppo poco. E sicuramente dovremo faticare per ottenere
                  quello che ci spetta. Anche quello che nell’integrativo è
                  contenuto come promessa dobbiamo trasformarlo in realtà.
                  Dall’aumento dei buoni pasto, allo svuotamento dell’area
                  A, dalle posizioni economiche previste nella Tab. E del CCNL
                  Agenzie Fiscali, più qualche euro, che non guasta. 
                  Il
                  ruolo che dobbiamo svolgere a livello regionale per il FPS è
                  quello che abbiamo sempre svolto: dobbiamo esser il sindacato
                  dei diritti, e non  quello
                  delle clientele. Queste le facciamo gli altri, lo sanno fare
                  molto bene. 
                  Rdb
                  è la speranza dei lavoratori. Ma la sfiducia nei confronti
                  delle OO.SS. è tanta. I lavoratori ci 
                  dicono: vediamo cosa sapete fare. Ma d’altronde
                  esiste un grumo tra amministrazione e taluni sindacati: in
                  ogni caso l’accordo si deve fare, si deve uscire dalla
                  riunione con un accordo. Ciò succede a Roma, 
                  in Sardegna, ovunque, si può cambiare solo qualche
                  virgola della proposta dell’amministrazione. 
                  La
                  Rdb non concerta, rifiuta compromessi. E questo che abbiamo
                  sempre fatto in questi anni. 
                  Dobbiamo
                  continuare su questa strada, e fare comunicati, denunce,
                  rendere pubblici i verbali di riunione. Difendere e tutelare i
                  lavoratori, perché questo deve essere il ruolo di ogni
                  sindacato che si rispetti. Organizzarci e rispondere agli
                  attacchi. Costruire dei percorsi che portino al superamento
                  delle gelosie e divisioni tra singole Agenzie, e all’interno
                  delle stesse, tra singole aree. Non ci sono figli e
                  figliastri, è nell’interesse di tutti trovare dei percorsi
                  che unifichino e ci diano più forza. E in questa direzione
                  riteniamo sia giusta la nostra proposta di un passo in avanti
                  per tutti a livello ordinamentale, come riconoscimento del
                  contributo dato nelle trasformazioni delle Agenzie, e anche,
                  perché no, a tutela del carovita 
                  avanzante.
                  
                   
                  DIGNITA’                                
                  DIRITTI                                      
                  SALARIO
                  
                   
                  Sono
                  le nostre parole d’ordine. Sono i nostri obiettivi.
                  
                   
                  Oristano, 1
                  Aprile 2005
                  
                   
                                                           
                                         Il
                  Coordinamento Regionale Sardegna Agenzie Fiscali
                  |