Abbiamo
già avuto modo di dirlo in un nostro recente comunicato
(“il punto più basso”). Pochi giorni fa, il 1° ottobre,
c’è stata (a tavoli separati) una riunione sui Centri di
Assistenza Telefonica.
L’Agenzia
si è presentata con una proposta farcita di tutte le cose che
vorrebbe far fare a chi lavora nei CAT.
La
proposta è scaricabile Clikkando
qui
Come
chiunque potrà vedere, e che quindi evitiamo di riassumere,
la proposta contiene un solo aspetto della riorganizzazione,
ovvero quello dei doveri di chi lavora.
Si
elenca solo cosa e come il personale dovrà fare delle cose.
I
diritti, ad un corretto inquadramento professionale, ad una
adeguata retribuzione, sono qualcosa che all’Agenzia non
interessa discutere.
Per
questo che le RdB non sono neppure entrate nel merito, perché
a fronte di un’impostazione di questo tipo, lavoratrici e
lavoratori vengono trasformati in “tuttofare”, in schiavi
che rispondono, senza fiatare agli ordini dell’Agenzia, SENZA
ALCUN RICONOSCIMENTO.
Dobbiamo
chiarire innanzitutto l’inquadramento del personale, dei
Centri Assistenza Telefonica, in cui certe distorsioni sono più
che evidenti, e del resto degli uffici, dove, comunque, in
termini di distorsione tra inquadramento e lavoro svolto non
si scherza.
DIVIENE
IMPOSSIBILE DISCUTERE DI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO SENZA PRIMA
AVER APERTO LA CONTRATTAZIONE DEL CONTRATTO INTEGRATIVO E CON
ESSO AVER DEFINITO TUTTI I PUNTI OSCURI CHE ANCORA CI SONO.
Abbiamo
rigettato la proposta sui CAT e chiesto all’Agenzia una data
certa per l’apertura del confronto sul Contratto
Integrativo.
Roma,
7 ottobre 2004
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