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                  Innanzitutto una considerazione a prescindere. 
                  L’Agenzia delle Entrate, dice, metterebbe a disposizione 30 
                  milioni di euro del Fondo Politiche Sviluppo per la 
                  progressione economica del personale. Anche se potessero 
                  essere utilizzati tutti per nuove progressioni economiche 
                  sarebbero insufficienti. L’Agenzia, in un momento storico 
                  come questo, dopo un contratto che ha trasformato la nostra 
                  natura giuridica, dopo il manuale qualità, antares ed altre 
                  simili amenità aziendalistiche, quando si tratta di 
                  riconoscere i nostri diritti, dice che può investire solo 
                  il 10% del fondo per le progressioni del personale… alla 
                  faccia del riconoscimento della professionalità espressa… alla 
                  faccia della lotta all’evasione fiscale… alla faccia del buon 
                  senso.  
                  
                  Un 
                  piccolo passo, certo, ma assolutamente troppo piccolo, dato il 
                  momento. 
                  
                  Oggi sono 
                  necessarie certezze. 
                  Non è più il momento di tappare buchi sperando che le cose 
                  si aggiustino. E’ necessario aprire una vertenza forte 
                  perché le cifre fisse e ricorrenti, quelle utilizzabili per le 
                  progressioni economiche del personale, crescano. Ed allora 
                  diviene indispensabile lottare perché aumenti la quota 
                  fissa in Convenzione o perché, ad esempio, si possa 
                  attingere ai residui del Fondo di Previdenza per garantire 
                  la carriera del personale. 
                  
                  Per questo 
                  per noi oggi non era possibile sottoscrivere un accordo che 
                  amplia i posti dei “vecchi” concorsi (quelli del 2004), 
                  procedure che non è detto che vadano tutte a buon fine, di un 
                  contratto che non ci viene più applicato da oltre un anno. 
                  Questo l’ampliamento: da 883 a 1790 le posizioni C3, da 1000 a 
                  3000 le posizioni B3, da 900 a 1065 le posizioni B1. 
                   
                  
                  Scarica 
                  qui il nostro comunicato del 13 giugno 2004  
                  Entrate.
                  Passaggi tra le Aree e nelle Aree. 11 giugno 2004. La musica
                  non cambia 
                  
                  Ma 
                  attenzione! Non è per nulla certo 
                  che una volta terminati i fondi stanziati per quelle 
                  procedure, i passaggi effettuati non tornino a carico del FPS,
                  anzi, nell’accordo del 28 luglio u.s., si richiama 
                  esplicitamente il punto B2 dell’accordo del 4 maggio 2001 che 
                  così recita: “Qualora 
                  l’onere per i passaggi economici nell’ambito di ciascuna area 
                  professionale non potrà essere posta interamente a carico dei 
                  risparmi della riqualificazione, per la parte residua si 
                  provvederà al finanziamento con le risorse del Fondo Unico di 
                  Amministrazione”.
                  Esiste il rischio fondato che, in 
                  assenza di modifiche strutturali del sistema, 
                  i 
                  30 milioni accantonati per l’ordinamento professionale, alla 
                  fine, servano per finanziare a regime le vecchie progressioni… 
                  non garantendo nulla di nuovo… facendo restare al palo, ancora 
                  una volta, gli esclusi di sempre. 
                  
                  Per leggere 
                  integralmente l'accordo del 4 maggio 2001 cliccare qui:  
                  
                    
                  Accordo
                    4 maggio 2001: Passaggi tra e dentro le aree 
                  
                  E’ il 
                  momento di affrontare seriamente il problema a monte. 
                  Non si può restare legati a procedure e metodi “antichi”, che 
                  molti hanno escluso, nella speranza che vadano in 
                  porto… nella speranza che quegli inquadramenti vengano 
                  finanziati dall’esterno… nella speranza che nel 
                  frattempo si trovino nuove risorse… nella speranza che 
                  un po’ di gente se ne vada in pensione… nella speranza 
                  che tutto vada nel verso giusto… 
                  nella speranza… 
                  
                  Noi comunque
                  vigileremo e lotteremo perché le cose possano andare 
                  nel verso giusto, che per noi, e per le migliaia di colleghi 
                  che hanno già sottoscritto la nostra petizione, che a 
                  settembre rilanceremo, è il riconoscimento di una 
                  progressione economica per tutti. 
                  
                  Ma noi 
                  pensiamo che il sindacato debba percorrere strade di certezza 
                  del diritto piuttosto che di fede e speranza… del resto, 
                  conoscete quel detto: chi visse sperando…  |